That Dragon, Cancer
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85,48%

Valutazione

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Recensioni di That Dragon, Cancer

Un videogioco narrativo e coinvolgente che racconta i 4 anni di lotta di Joel Green contro il cancro attraverso circa due ore di gioco poetico e immaginifico che esplora i temi della fede, della speranza e dell'amore.
ID applicazione419460
Tipo di applicazioneGAME
Sviluppatori
Publisher Numinous Games
Categorie Giocatore singolo, Supporto completo per controller
Generi Indie, Avventura
Data di uscita11 Gen, 2016
Piattaforme Windows, Mac, Linux
Lingue supportate English

That Dragon, Cancer
1 478 Recensioni totali
1 329 Recensioni positive
149 Recensioni negative
Molto positivo Punteggio

That Dragon, Cancer ha ricevuto un totale di 1 478 recensioni, con 1 329 recensioni positive e 149 recensioni negative, ottenendo un punteggio complessivo di "Molto positivo".

Grafico delle recensioni


Il grafico sopra illustra l'andamento delle recensioni per That Dragon, Cancer nel tempo, mostrando le variazioni dinamiche nelle opinioni dei giocatori man mano che vengono introdotti nuovi aggiornamenti e funzionalità. Questa rappresentazione visiva aiuta a comprendere la ricezione del gioco e la sua evoluzione.


Recensioni recenti di Steam

Questa sezione mostra le 10 recensioni più recenti di Steam per il gioco, evidenziando una varietà di esperienze e opinioni dei giocatori. Ogni recensione include il tempo totale di gioco, insieme al numero di valutazioni positive e negative, offrendo una chiara indicazione del feedback della community.

Tempo di gioco: 99 minuti
8/10
👍 : 0 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 90 minuti
STUPENDO.
👍 : 1 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 108 minuti
http://steamcommunity.com/groups/vgart https://www.youtube.com/watch?v=60ZCaupyHhc TDC è una sorta di diario personale interattivo, di confessione intima multimediale, molto lontana dal concetto tradizionale di videogame. Si fa apprezzare innanzitutto per la scelta coraggiosa del game designer Ryan Green di esorcizzare il dolore per la perdita prematura del figlio Joel attraverso un'opera multimediale; al contrario la moglie aveva già testimoniato pubblicamente l'immane tragedia familiare attraverso un mezzo espressivo più tradizionale, un libro. Joel per la cronaca è morto alla tenera età di 5 anni nel 2014, a causa di un tumore al cervello diagnosticato quando aveva un anno di vita. Ryan, un game designer indipendente con una piccola esperienza nel campo, ha iniziato a sviluppare il titolo prima della morte del figlio, ma dopo il tragico evento lo ha riscritto quasi del tutto con l'aiuto di un piccolo team noto come Numinous Games. La spinta propulsiva di questo progetto deriva anche dal fatto che i Green sono ferventi cristiani e con questo titolo hanno voluto lanciare un messaggio di fede e speranza a tutti coloro che si trovano ad affrontare simili dolori e tragedie. In una delle scene del gioco è rappresentata la forte risposta ricevuta dai Green da parte di chi aveva affrontato la stessa dura esperienza prima di loro: centinaia di messaggi di solidarietà appesi simbolicamente per tutta la casa dei Green, tutti leggibili e originali! Che pazienza! La stessa solidarietà ha permesso al gioco di essere pubblicato grazie ad una riuscita campagna di crowdfunding su Kickstarter; molto importante è stato anche l'apporto della OUYA, la casa produttrice della omonima e curiosa micro-console completamente open source prodotta nel 2013 e scomparsa nel giro di pochi anni, pensata per giochi casual e mobile. Ryan ricambiò la OUYA con un breve periodo di pubblicazione del titolo in esclusiva. Nei primi giorni di dicembre 2016 TDC ha ricevuto una certa risonanza mediatica per la partecipazione di Ryan ai The Game Awards 2016; l'intervento di Ryan ha colpito molto il pubblico dei videogiocatori, perché non ha saputo contenere la sua emozione e ha creato un sincero momento di coinvolgente commozione e confessione personale. Un evento davvero unico e particolare all'interno di una kermesse sui videogames, che denota chiaramente l'evoluzione culturale in atto nel mezzo espressivo che noi di Video Games & Art abbiamo colto con largo anticipo. Il merito di TDC è proprio di tipo contenutistico e ricorda quello di un altro gioco pionieristico in tal senso, Papo & Yo, in cui il game designer Vander Caballero esorcizza la sua infanzia a contatto con il padre alcolizzato. Però i due titoli sono molto differenti. Infatti Papo & Yo trasfigura l'esperienza personale in un divertente platform 3D di elevata levatura tecnica ed estetica in cui la metafora è palese ma non diretta. TDC invece come detto è una drammatica confessione molto intima e diretta, ed è molto difficile definirlo un gioco nel senso tradizionale del termine. Ryan raccoglie tutto ciò che sente di dover dire e testimoniare sulla sua tragedia familiare e ci costruisce attorno un'esperienza interattiva con chiari intenti artistici. I suoi ricordi, i fatti, le sue emozioni, il suo dolore, le sue angosce, le sue speranze, etc. sono espressi abbastanza didascalicamente, spesso con testi che si materializzano sulle pareti o sullo sfondo degli scenari, oppure sotto forma di monologhi, una sorta di stream of consciousness, veri e propri fiumi di parole terapeutici; il tutto all'interno di una avventura grafica 3D punta & clicca, dove però non ci sono puzzle da risolvere. Puntando il mouse e cliccando possiamo muovere i personaggi e farli interagire con i vari oggetti in modo da attivare i ricordi ad essi associati. Quasi sempre impersoniamo lo stesso Ryan in prima persona, raramente in terza persona. Ma ci sono volte in cui facciamo le veci degli altri comprimari di questo dramma, la moglie e lo stesso figlio. Parlavo di intenti artistici poiché gli scenari non sono realistici, ma sono piuttosto astratti, se vogliamo la trasposizione psicanalitica del dramma così come è stato vissuto e metabolizzato dalla psiche di Ryan, come se fossero usciti da L'Interpretazione dei Sogni di Freud. Il ricorso all'astrattismo si palesa soprattutto nella scelta di non dare un volto a Joel, che in tal modo sembra una figura di un quadro di De Chirico; a volte non è nemmeno rappresentato nella scena, ma ne sentiamo la voce o il pianto di dolore e vediamo gli oggetti con cui ha interagito. I fatti non sono dunque narrati in maniera cinematografica, ma richiamati alla mente con metafore, simbolismi, voci, monologhi, dettagli ambientali, particolari surreali, vuoti e assenze più che presenze. Giusto per fare un esempio Ryan ad un certo punto affoga in un oceano su cui galleggiano pezzi e ricordi della sua vita naufragata, che non riesce più a tenere assieme, poiché si fa sopraffare dal dolore; la moglie invece appare molto più resistente e forte. Il richiamo ai videogiochi è piuttosto esplicito, tanto da trasformarsi in un meta-gioco in un paio di occasioni in cui la lotta contro il cancro di Joel viene vista come una sfida in un vecchio gioco arcade; che purtroppo alla fine si guasta.... C'è anche una sezione di gioco sulla falsariga delle gare di Super Mario Kart, in cui Joel è sul suo triciclo e deve raccogliere quante più medicine possibili per accumulare punti.... L'esperienza è suddivisa in piccoli capitoli, di cui gli ultimi sono ovviamente i più toccanti; in particolare quello in cui Ryan ricorda una notte in ospedale con Joel, che non smetteva più di piangere per il dolore.... La metafora della vita e della lotta come gioco si protrae fino ai titoli di coda, dove scorrono le vere fotografie della famiglia Green, cha alla fine ringrazia il pubblico per aver partecipato al gioco. Gli intenti artistici ci sono tutti e l'esperienza è sicuramente toccante e vale la pena viverla; a mio avviso i risultati sono oggettivi e apprezzabili, ma non sono all'altezza degli intenti. E' una produzione indie a basso budget, che si riverbera purtroppo sulla qualità della grafica e dell'estetica e di conseguenza limita le ambizioni iniziali. Le invenzioni creative sono apprezzabili, ma come avrete potuto capire non particolarmente originali ed elaborate. Il titolo tradisce in parte la sua artigianalità casalinga. Come dicevo si apprezza particolarmente per i contenuti, per il coraggio di narrare una tragedia vissuta in prima persona in maniera intima e confessionale attraverso un mezzo inedito e non tradizionale.. E' il segno importante che la direzione intrapresa dal mezzo videoludico è quella giusta: la strada dell'arte! Voto: 80/100
👍 : 9 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 168 minuti
Io non ho parole per descrivere questo gioco. Cerco di trovarne, ovunque nella mia testa, tanto per convincere altre persone a provarlo, a provare cosa si prova. Una persona a me molto, molto cara sta affrontando il drago, e dire che il gioco riesce a rappresentare le esatte sensazioni che si possono provare sembra una presa in giro. Ma.. Ci riesce. Dire che un videogioco, un medium così a me caro, riesce a trasmettere simili esperienze sembra impossibile. Eppure si, ci riesce. Un capolavoro, degno di poter essere considerato arte perchè riesce a far capire, cosa significa davvero combattere per qualcosa a cui si tiene, tutto in un gameplay semplice, in un stupende e semplici ambientazioni. Erano anni che no piangevo di cuore, e quasi eoni, se il termine mi è concesso, che non piangevo per un videogioco in grado di veicolare emozioni così pure e potenti. Ma vi avverto. Dopo averlo giocato, qualcosa in voi cambierà. Questo è il bello di questo magnifico quadro, dipinto da mani che prima di poter impugnare un pennello, hanno davvero accarezzato qualcosa di puro, puro come un bambino.
👍 : 1 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 150 minuti
Quanti videogiochi riescono al giorno d'oggi a smuovere la nostra anima? quanti videogiochi riescono a renderci "partecipi" per lo meno virtualmente , alle esperienze negative e devastanti di un altro individuo? Ecco sbucare dal reparto indie That dragon Cancer , un progetto del quale il mercato videoludico non sentiva l'esigenza ( ricordiamo esser nato da un progetto internet di Kickstarter da parte dell'autore e dei suoi donatori ) ma del quale NOI, NOI videogiocatori sentivamo il bisogno di provare; raramente mi è capitato di provare emozioni cosi nette e decise dinnanzi ad un videogioco , anche se ci tengo a chiarirlo , stiamo parlando di un videogioco Atipico ; non abbiamo vere e proprie sezioni di Gameplay , e il videogioco purtroppo non giunge ad un lieto fine ed anzi è chiaro fin da subito , questa NON è un'avventura , è un viaggio direttamente all'inferno che noi possiamo solamente "vivere" da spettatori e capire una minima parte del DOLORE provato dagli autori di questa INCREDIBILE testimonianza , THAT DRAGON CANCER è un videogioco che educa lo spettatore alla sensibilizzazione dell'argomento , e che ci lascia con un immenso groppo alla gola sul finale , dove le lacrime scorrono come un fiume in piena incontrollabili sulle nostre guance. Ultima nota che mi sento di fare a TDC è la sua immensa forza nell'irrompere in un panorama videoludico sempre piu' piatto , nel quale si ha bisogno di giochi di una POTENZA inaudita come il suddetto gioco. Congratulazioni
👍 : 0 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 121 minuti
Tecnicamente... migliorabile. Per quanto riguarda la storia che dire: la lacrima è scesa. Narrazione impeccabile, disegni e colonna sonora perfetti. Ringrazio gli autori per questo bellissimo lavoro e per aver condiviso l'esperienza di questa famiglia.
👍 : 0 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 114 minuti
Con questo gioco ho potuto essere testimone di un viaggio con momenti sia felici che tristi. Si può sentire il dolore dei genitori, affrontato in due modi diversi, cercando sollievo oppure arrendendosi. Un esempio come tanti altri di come un gioco riesca a raccontare una storia come i libri e i film.
👍 : 0 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 210 minuti
bella narrazione e dialoghi, gioco tremendo, gameplay poco divertente (ci può anche stare) ma con tantissimi bug bloccanti che richiedono un debug (manco stessimo lavorando)
👍 : 0 | 😃 : 0
Negativo
Tempo di gioco: 162 minuti
Ci sarebbero tante cose da dire ma cerchiamo di rimanere stringati. Innanzitutto, da come mi era stato descritto, mi aspettavo molta meno interazione. Se volessimo catalogarlo potremmo considerarlo un'avventura punta e clicca in prima persona, in cui possiamo interagire con alcuni oggetti circostanti durante tutta la durata dell'esperienza. Alcune parti sono un po' confuse, nel senso che bisogna pensare un attimo a cosa fare, ma questo probabilmente rispecchia lo stato d'animo dei genitori del bambino che, appunto, non sapevano che direzione prendere. Tuttavia, al suo interno troviamo anche mini giochi che aumentano la quantità di gameplay esplorando differenti generi videoludici, dal racing al platform in 2D. Quindi, si gioca abbastanza, al contrario di quanto viene detto generalmente. Inoltre, vorrei proseguire cercando di confutare alcune delle critiche che vengono fatte a questo gioco. Una è quella del poco gameplay e ne abbiamo appena parlato; le altre sono: i controlli imprecisi, il fatto che sia stato sviluppato solo per guadagnare e l'aspetto religioso. Per quanto riguarda i controlli, è vero, sono un po' macchinosi ma essendo un gioco lento e giocato quasi esclusivamente mediante il mouse, non sono insormontabili, non rendono il gioco ingiocabile o frustrante. Sotto l'aspetto monetario, probabilmente coloro che fanno questa critica non hanno giocato il gioco. Quando qualcosa è fatto per soldi o per passione si vede. Non c'è nessun tentativo di strappare una lacrima facile mostrandoti immagini, ad esempio, del bambino nel suo letto d'ospedale o il suo volto sofferente, qui c'è solo la realtà dei fatti e la quotidianità composta da momenti di gioia e di disperazione. Infine, l'aspetto religioso. La maggior parte delle critiche sono legate a questo aspetto che è effettivamente presente nella seconda metà di gioco. Personalmente, non l'ho affatto trovato pesante o fuori luogo. Si dice spesso che i videogiochi abbiano la capacità di far immedesimare le persone nelle avventure che raccontano ed è vero. Ma i videogiochi non possono fare tutto da soli, bisogna avere una mentalità abbastanza aperta per poter entrare in ogni vita raccontata, in qualsiasi gioco. Non conosco giochi che parlino bene della fede (in TDC si parla di fede, non di religione) o che mostrino protagonisti credenti. Solitamente la religione è considerata come un qualcosa di esclusivamente negativo, un pretesto per fare del male, come se il suo fine ultimo fosse questo, ma a nessuno importa. Per una volta, una sola, in cui i protagonisti sono cristiani e mostrano la propria fede nel modo più spontaneo possibile, vi lamentate? Nell'era del politically correct, c'è spazio per tutti tranne che per le persone di fede? Se non siete capaci di immedesimarvi, non giocate. Non tutti i protagonisti dei videogiochi che ho giocato hanno le mie stesse idee o il mio stesso carattere, però li ho apprezzati ugualmente perché provavo a vivere le loro storie secondo i loro occhi. Quindi, vi consiglio di giocare TDC senza pregiudizi e senza timori. Ultimo appunto: la durata. Se lo giocate svolgendo tutte le attività, esplorando e leggendo tutti i messaggi che troverete durante il gioco (cosa che vi consiglio di fare anche se ci vuole del tempo), il gioco vi dura sulle 3 ore, quindi durata buona per un Indie. Se lo trovate al 30%, ve lo consiglio vivamente. Se poi lo giocate di fretta, 2 ore sono sufficienti. Non sprecate questa opportunità. I videogiochi non sono per bambini e sono giochi come questo a dimostrarlo. Se poi avrà conseguenze o no sul media, lo si vedrà con il tempo, ma su di voi qualche conseguenza positiva ci sarà.
👍 : 16 | 😃 : 0
Positivo
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