Tempo di gioco:
508 minuti
[i]"What can you tell me about Voodoo?"[/i]
Gabriel Knight: Sins of the Fathers è un gioco che non ha bisogno di presentazioni. Per i neofiti, basti sapere che si tratta del primo capitolo di una serie di avventure grafiche che, a mio parere, rappresentano il meglio che l'intero genere ha da offrire, in termini di scrittura, personaggi ed enigmi. Per questo motivo, più che sulla pura analisi del gioco, è bene soffermarci sulle qualità tecniche di questa [i]Remastered[/i].
Questa nuova edizione, realizzata in occasione del 20th anniversario della sua uscita, vede la collaborazione tra l'ideatrice della saga, Jane Jensen, e gli sviluppatori Phoenix Online Studios, che in precedenza ci hanno restituito risultati un po’ altalenanti (il bello ma buggato Cognition e il deludente Moebius). Il progetto è stato condotto cercando di unire rispetto filologico e adattamento all'era moderna. I risultati vanno dal notevole, in alcun aspetti, al deludente, in altri.
Dal punto di vista strutturale, il gioco è rimasto bene o male quello del 1993: sono presenti giusto alcune modifiche riguardanti lo svolgersi degli eventi di alcune situazioni specifiche e non sono tutte riuscite allo stesso modo. In certi casi il lavoro svolto è pregevole, con situazioni che non funzionavano benissimo nell'originale modificate in maniera intelligente o piccole aggiunte che approfondiscono aspetti secondari in maniera elegante. Nello stesso tempo, si percepiscono un po' di forzature, apparentemente inserite al solo scopo di rendere tutto più lineare e semplice nello svolgimento: ad esempio, alcuni luoghi, originariamente accessibili sin da subito, sono ora da sbloccare in maniera un po' pretestuosa e soprattutto per nulla o quasi contestualizzata con modifiche sul piano narrativo. Inoltre, sono stati aggiunti nuovi enigmi in alcune situazioni particolari, per aumentare la profondità del gioco, ma che in realtà risultano leggermente fuori contesto e di fatto non aggiungono nulla allo svolgimento della storia.
Sul fronte tecnico, le schermate realizzate tramite la tecnologia mista 2d/3d funzionano decisamente bene, mentre la nuova realizzazione delle sequenze d'intermezzo, tramite fumetti animati, è strepitosa. Quello che non funziona sono i modelli dei personaggi e le loro animazioni, impacciate e parecchio rozze, come da tradizione Phoenix. La colonna sonora è di fatto quella ottima originale: è stato fatto un gran bel lavoro di recupero e riarrangiamento dei temi grazie al lavoro del marito della Jensen, il compositore della serie. Purtroppo, per quanto riguarda il doppiaggio, non è stato possibile recuperare il vecchio cast, tra cui figuravano i grandiosi Tim Curry e Mark Hamil: il risultato di questa versione è più che buono, intendiamoci, ma i nostalgici non potranno che storcere il naso.
Complessivamente, Gabriel Knight: Sins of the Father - 20th Anniversary Edition non è il miglior remake possibile, a causa di alcune decisioni discutibili e magari anche di certe ristrettezze produttive. Tuttavia, il suo lavoro lo svolge più che dignitosamente, riportando ai giorni nostri un Capolavoro degli anni novanta senza snaturarlo, aggiungendo infine una buona serie di contenuti "dietro le quinte", che permetteno di gustarsi, in ogni schermata, confronti grafici con il gioco originale e contenuti di vario tipo, fra bozzetti, interviste e altro.
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