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10406 minuti
Nove anni fa, il 26 marzo 2016, usciva Dark souls 3, un action RPG dark fantasy sequel dell’originale cult PS3 e opera conclusiva di una delle trilogie considerate più iconiche ed influenti nella storia del videogioco moderno.
Ma vale davvero i 60 euro di listino?
La domanda è ovviamente retorica se si considera da che pulpito viene la predica (170 ore e ancora tanta voglia di giocare), tuttavia sarò felice di potervi illustrare perché credo che si tratti di un must-play, nonché di un’esperienza videoludica senza pari, capace di sfidare e coinvolgere come poche altre.
Partendo dal gameplay posso subito dire che sono fermamente convinto che, prendendo in considerazione il combat system standard dei souls, si tratti di uno dei migliori mai usciti. Le boss fight sono stupende da ogni punto di vista, riuscendo ad essere spettacolari e complesse rimanendo, a parte rare eccezioni, pulite ed equilibrate, errore che invece compiono la maggior parte dei souls-like moderni (compreso, ahimè, il nuovo Elden ring). Si tratta inoltre di uno dei giochi con la più grande varietà di armi ed incantesimi della saga dei souls (senza considerare le weapon art, che aggiungono ancora più varietà) e di conseguenza uno dei giochi che offre più modi di affrontare uno scontro in assoluto. L’esplorazione è sempre avvincente grazie allo splendido game design ed al complesso comportamento dei nemici che spesso interagiscono fra loro secondo la logica del mondo che gli circonda, oltre che alle stupende e memorabili ambientazioni che le terre di Lothric hanno da offrire.
Il tutto accompagnato da una storia meravigliosa, che, come disse Hidetaka Miyazaki, si racconta in silenzio, tramite il mondo che esploriamo, e da un comparto sonoro non definibile in altro modo se non sublime, grazie agli stupendi brani di Yuka Kitamura, che è riuscita non solo ad accompagnare un’opera così meravigliosa, ma anzi ad elevarla ad un livello superiore.
D’altra parte, però, il gioco pecca sotto vari punti di vista che si sono fatti sentire man mano con l’età.
In primis il comparto grafico: per quanto il design delle ambientazioni sia al diro poco geniale, non regge il confronto con le produzioni moderne (come in realtà neanche con quelle del suo tempo). Texture flickering e problemi di illuminazione sono quasi onnipresenti e, per quanto non vadano ad intaccare l’esperienza di gioco, di certo non sono un bello spettacolo.
Inoltre non è così raro vedere nemici compenetrarsi nelle pareti, bloccarsi o suicidarsi in stile con una piroetta degna di un acrobata professionista. Riguardo l’online (che rappresenta comunque un’evoluzione in confronto ai predecessori) capita spesso di imbattersi in cheater, e avvengono frequentemente crash che interrompono il PVP o la CO-OP in corso.
Nonostante i difetti tecnici Dark Souls 3 rimane un capolavoro della narrativa e del design videoludico. Le sue meccaniche, la profondità del gameplay e l'incredibile atmosfera riescono a sopraffare i problemi occasionali e le imperfezioni, regalando un'esperienza che pochi altri giochi riescono ad eguagliare. Ovviamente questa è la mia opinione e sono sicuro che ognuno che si è immerso nel mondo di Lothric ne sarà uscito con un parere diverso, ma una cosa è certa: tutti dovrebbero immergersi in questo mondo, tutti dovrebbero lasciarsi trascinare dalla sua ambientazione e dalla sua storia, accompagnati dalle splendide note di Yuka Kitamura.
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