Tempo di gioco:
3090 minuti
Più che una recensione questa vuole essere una raccolta di considerazioni personali senza nessuna pretesa, come per tutti basata sui miei gusti. Per quanto possibile cercherò di non fare spoiler di trama.
Ho giocato a D.E. Mankind Divided subito dopo aver finito (per due volte) Human Revolution, che ho apprezzato moltissimo. Le somiglianze estetiche e meccaniche tra i due giochi sono tantissime, per fortuna. All’inizio di M.D la prima cosa a impressionarmi è l’elevato numero di particolari negli scenari dentro cui Adam si muove: rispetto a H.R. tutto è più ricco e particolareggiato, oggetti, utensili, vettovaglie, casino ovunque. Anche gli elementi sono più presenti e rendono tutto più realistico, come il vento o la pioggia sul corpo metallico di Jensen, ad esempio.
Le location sono splendide, ricche di dettagli e rifiniture: Praga davvero bellissima, con tutti i suoi negozi uno diverso dall'altro e le stazioni della metro divise tra naturali e non, Golem nella sua angosciosa realtà forse quella che mi ha più colpito. Qualche zona in più da esplorare non avrebbe guastato, ma nel complesso va bene così. Ho notato che in M.D. molto spesso i livelli si sviluppano in verticale, dando un tocco di diversità rispetto a H.R.
C’è tanto di Human Revolution in questo Mankind Divided, nei movimenti di Adam, nella sua voce, nel suo nuovo appartamento, nei nostri potenziamenti preferiti (il mio senza dubbio poter vedere dietro i muri) con qualche aggiunta in più, come ad esempio il movimento assistito: in pratica il gioco vi dà la possibilità di valutare, da una posizione accovacciata, i vari percorsi possibili e gli spostamenti verso altri ripari. Io ci ho messo un po’ a prenderci la mano e quando ci sono riuscito ho realizzato che non mi piaceva. Ci sono nuovi potenziamenti da sbloccare con i buoni vecchi Praxis dei quali però, mi dispiace, non ho fatto grande uso. Non che siano brutti o poco utili, anzi, solo durante il gioco non ho sentito il bisogno di usarli, ad eccezione di pochissimi. Ma di questo aspetto parlerò tra poco.
Come in H.R anche qui avete la libertà di scegliere in che modo affrontare le missioni, senza farvi vedere e sentire oppure massacrando tutti sul vostro cammino. Ed è qui, almeno per me, che il gioco perde qualche punto. Solitamente quando il gioco ti da questo tipo di libertà mi piace agire secondo le circostanze, seguendo per quanto possibile la storia. Per esempio, se la missione è di entrare in una stazione di polizia e rubare dei dati da un pc, non mi metterò ad ammazzare tutti i poliziotti dentro, sebbene il gioco volendo te lo consenta (tra l’altro senza ripercussioni future O.O ) Quando usare la violenza e quando invece non farlo dipende da come interpretiamo la situazione o da come preferiamo giocare, la questione è che, almeno per me, in M.D. vince chi fugge non chi lotta. Perché appena sparerete un colpo d’arma da fuoco non silenziato, verrete circondati in 2 secondi da una moltitudine di nemici, droni volanti compresi, tutti in grado di individuarti in una frazione di secondo, anche se sei nascosto. Usare la forza equivale a trasformare ogni scontro in una guerra di trincea, che sinceramente a me non diverte molto. Oltre a essere, a volte, più divertente, è sostanzialmente mille volte più facile e sicuro usare armi che stordiscono o addormentano i nemici, perché un nemico addormentato è un nemico che non grida e non mette in allarme tutti gli altri. (a patto che nascondiate il corpo!) Io mi sono divertito come un matto ad addormentare TUTTI i nemici in ogni livello per poi accatastarli in una pila umana dentro qualche stanzino.
Non è solo una questione di roleplaying o di preferenze, il gioco può davvero essere affrontato e superato tranquillamente con l’arma stordente, il fucile tranquillante e le granate a gas. Confesso di aver usato poco le armi e i potenziamenti. Immagino che sia solo una questione di gusti personali, può piacere come può non piacere.
La trama ricorda molto lo stile narrativo di H.R., uno storytelling che cerca di confonderti e di gettarti fumo negli occhi per nascondere una storia abbastanza semplice, che solo all'apparenza può sembrare incasinata perché piena di personaggi i cui fini rimangono per tutto il tempo oscuri. Complotti, illuminati, segreti, il tutto mentre si svolge una vera apartheid e i potenziati sono vittime di soprusi continui.
I collegamenti con H.R ci sono anche se non troppi e quasi tutti relegati alle missioni secondarie, molto belle e interessanti. Comunque la storia per quanto semplice ’ho apprezzata molto, forse solo il boss finale leggermente telefonato. Adam Jensen un protagonista fantastico, carismatico e profondo. Vale la pena giocare a questo gioco solo per lui.
Finale che lascia spazio a un proseguo che spero prima o poi realizzeranno.
Nota finale sulla musica, davvero meravigliosa. Stesso compositore di H.R, una colonna sonora davvero magistrale che ascolterò anche al di fuori del gioco.
In conclusione, un bellissimo gioco che sono felice di aver giocato e che ho apprezzato ancor di più dopo Human Revolution.
Assolutamente consigliato!
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