Tempo di gioco:
4184 minuti
Spinto dalla curiosità, dopo averne letto di meraviglie, alla fine mi sono deciso a iniziare anche questa epopea.
E devo dire che non solo non me ne pento, ma già ora ne voglio di più.
E pensare che all’inizio le cose si presentano in modo molto umile. Anzi, non solo all’inizio, ma per gran parte dell’avventura, fino all’esplosione nelle battute finali con commozione sentimentale all’ultimo istante…
Infatti la sensazione iniziale è quella del solito banalissimo JRPG in cui siamo degli zero, facciamo missioni poco interessanti e leggiamo quello che hanno da dire gli NPC, che nella gran parte dei casi è la solita accozzaglia di banalità tipiche dei generi (apprezzabile, ma pur sempre qualcosa di visto e rivisto).
Non solo, l’interazione ambientale è NULLA: vedrete oggetti, librerie e bauli negli appartamenti, ma nulla è toccabile, leggibile, solo uno sfondo passivo che fa scena estetica (arcaica, per giunta) a parte qualche testo da leggere ma che si acquista o viene dato da qualcuno dopo un dialogo a sorpresa.
Ma qualcosa cova, la sensazione che sotto il tappeto ci sia una montagna di polvere d’oro. Quando si parla con qualcuno ci si accorge di più linee di dialogo. Sì, non si tratta di grandi dialoghi, a volte ci si annoia anche, ma quanto parlano! A volte vi ritroverete a premere il pulsante per avanzare nei testi e quelli continuano a dire cose e penserete: ma quanto hanno da dire (in genere negli JRPG ci sono i baloon con una coppia di frasi diverse: qui arrivano anche a 6-7 a volte…)? Poi fate qualcosa, ad esempio terminate una missione secondaria o attivate un altro dialogo e… gli NPC, gli stessi con cui avevate parlato appena prima, iniziano a raccontare altro, altre cose da leggere, nuove. Roba su roba. Entrerete in un centro abitato e starete per mezz’ora solo a leggere quello che diranno. Finirete una quest e passerete un’altra mezz’ora a leggere cose diverse. Il bello è che potete fregarvene, come potete anche decidere di leggere. In altre parole, la cura dei dettagli, la voglia di rendere reale un mondo, il tentativo di creare empatia nel giocatore sono strepitosi. E questo solo per un ¾ del gioco in cui tutto è lento e poco stimolante… ma se il buon giorno si vede dal mattino… e ogni NPC ha il suo nome e li riconoscerete anche quando viaggiano di città in città!
La lentezza con cui gli eventi avanzano in realtà è il punto di forza del gioco, il world building, quella produzione di informazioni che ci spiegano dove siamo e cosa accade, come funziona quella società, è dosato alla perfezione e solo un amante degli RPG può apprezzare quello che succede. È bello. E per ogni finestra che si apre su quel mondo si aprono due botole in un pozzo infinito che richiamano altre domande, e spingono a saperne di più.
I protagonisti principali aiutano in questo, anche se gli stereotipi non mancano. I dialoghi sono frequentissimi, spesso lunghissimi, ma le animazioni facciali, sebbene contatissime, sono talmente integrate con i sentimenti espressi che sembra di vedere gli scambi di battute sullo schermo di un cinema. La scena finale ne è l’emblema e mi sono ritrovato con il naso spiaccicato sul monitor non rendendomene conto.
Nel gioco impersoniamo da subito una coppia di ragazzini che devono entrare a far parte di una specie di milizia riconosciuta internazionalmente e che, come per i witcher, deve risolvere i problemi della popolazione, seguendo alcune regole come quelle di non interferire con i fatti politici o con le azioni dell’esercito. I due partono per un viaggio lunghissimo che li porterà a visitare tutta la mappa accessibile inizialmente e in modo tale da dare la sensazione di aver fatto un grande viaggio. Durante il quale incontrano tanti altri protagonisti secondari (almeno per ora) che ci accompagneranno nel party ma che appariranno o spariranno alla bisogna a seconda del momento della storia.
In altre parole lo schema di questo primo titolo è quello della storia come movente totalizzante, ma che incede lentissimamente, e che ci porta in alcune locazioni in cui ci verranno date missioni principali e secondarie e in cui conosceremo altri personaggi. Si risolvono le missioni andando in giro per il mondo, facendo anche tanto backtracking ma sempre con intelligenza (e a volte la storia ce lo evita con gran classe), e sulla mappa potremmo affrontare mostri vaganti e visibili sullo schermo.
In genere i mostri secondari sono molto semplici da affrontare e oltre un certo livello forniscono davvero poca esperienza, per cui il grinding diventa inutile velocemente e diventa più pratico viaggiare senza fare più scontri. I mostri principali (quelli delle quest secondarie) sono più duri da abbattere e spesso sono in gruppi, ma anche in questi casi la difficoltà non è mai un problema. Quello che può diventare più complesso sono i combattimenti con i boss della trama principale, i più duri del gioco, ma nonostante qualche bestemmia anche qui nulla di davvero complesso (ho giocato a difficoltà normale comunque), forse tranne che l’ultimissimo boss. La cosa interessante è che dopo una sconfitta vi viene chiesto se ripetere il combattimento, il che permette di riprovarci subito senza rifare parti già affrontate.
Contro i boss più forti conviene usare soprattutto le tecniche speciali che sono la chiave vera per poter affrontare qualsiasi nemico con relativa tranquillità, perché spesso si tratta di mosse overpowered… quindi saperle usare e “costruire” è il punto focale dei combattimenti.
Ci sono difetti? Certo:
-il level design è di basso livello;
-a volte i dialoghi stessi diventano davvero troppo prolissi e poco interessanti, ma questo è normale vista la mole implementata;
-molti combattimenti si possono risolvere applicando sempre le stesse tecniche in croce;
-la lettura nei menù a volte è difficoltosa a causa di caratteri troppo piccoli (a volte ho avuto problemi anche sulla TV a 43 pollici);
-il comparto musicale l’ho trovato poco più che mediocre, anche se leggo che nei giochi successivi si ripiglia e di molto. Qui però non c’è nulla di lontanamente paragonabile alle altre qualità del gioco. Musichette banali e da JRPG di terzo livello. Peccato;
-Gli achievement sono di una difficoltà mostruosa, a parte quelli relativi alla trama principale.
Infine, il comparto grafico è da inizio anni 2000, con però qualche bell’effetto apprezzabile. Chi non fa caso alla grafica però lo troverà comunque piacevole anche se la rotazione della telecamera all’inizio potrà spiazzare.
In definitiva, lo consiglio a tutti gli amanti degli RPG: dategli una chance fino alla fine, anche se si tratta di decine di ore di resistenza. Non ve ne pentirete.
8.5/10 (perché penso che i successivi possano aspirare a voti superiori)
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