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4102 minuti
Il momento del grande balzo è arrivato pure per i ragazzi di Con Artist Games, già noti al popolo di Internet grazie alla fortunata saga di "giochi Flash" The Last Stand, che vi ho consigliato tempo addietro, ed ecco a voi The Last Stand: Aftermath, avventura isometrica singleplayer con una forte meccanica roguelite, che amalgama alla perfezione tensione e sopravvivenza.
Gli zombie hanno vinto. Sono trascorsi 15 anni dagli eventi narrati nel terzo capitolo, quello che resta delle strade di Union City è ormai completamente invaso dai morti viventi, e i pochi esseri umani sopravvissuti vivono in una colonia ribattezzata "THE END". I nostri protagonisti (esatto, ho parlato al plurale) sono dei superstiti infettati dal mortale virus, detti "volontari", isolati dal resto della colonia e con un solo obiettivo cruciale: uscire fuori dalle mura e trovare rifornimenti, resistendo il più possibile all'infezione e alle mostruose creature che infestano l'area. La morte è inevitabile, l'unica domanda è: quanto resisteremo? La meccanica roguelite che caratterizza Aftermath è integrata molto bene con la narrazione, per quanto triste possa essere la sorte del nostro alter ego ogni volta che varca il cancello della base, verso l'ignoto.
Partiamo con il nostro veicolo, ci fermiamo in una zona per cercare bottino utile come armi, munizioni, carburante, batterie, eccetera, e una volta trovata benzina per la macchina ci spostiamo alla prossima area. Questo, in soldoni, è il gameplay di TLSA, che in apparenza può sembrare monotono ma è piuttosto difficile annoiarsi, perché anche se torneremo al rifugio nei panni di un nuovo volontario (scelto tra 3 loadout differenti, in base alla professione svolta prima dell'apocalisse), ogni rifornimento e conoscenza sbloccata rimarranno a disposizione. Nello specifico, durante la run accumuleremo punti "SUPPLY" e "KNOWLEDGE", che consentiranno rispettivamente di sbloccare equipaggiamento extra alla colonia (da utilizzare subito o da conservare nell'armeria) e di ottenere vantaggi permanenti in svariati rami delle abilità, che renderanno il volontario attuale e quelli a venire più efficienti sul campo. La distribuzione di nemici e bottino è generata proceduralmente, ciò significa che possiamo avere una run spettacolare o immediatamente fallimentare, sta a noi adattarci di volta in volta. E' importante menzionare la possibilità di spawn di un farmaco antivirale che bloccherà temporaneamente il diffondersi dell'infezione, e a ogni "stadio" della malattia svilupperemo una mutazione a nostra scelta, che ovviamente ridurrà la salute massima ma fornirà allo stesso tempo un vantaggio non da poco in combattimento/esplorazione.
In termini di gameplay e ambiente, Aftermath riesce a creare un paesaggio post-apocalittico davvero coinvolgente e credibile. Ci sono ben pochi momenti di riposo, e aprire l'inventario o le schermate di crafting non blocca il fluire dell'azione, obbligandoci quindi a studiare bene la nostra strategia di sopravvivenza tra uno scontro e l'altro. Esistono diversi tipi di infetti e un gran numero di armi che potremo usare per spedirli definitivamente all'inferno; certo le munizioni scarseggiano, e le armi da mischia hanno una durata limitata, quindi è bene trovare il giusto mix di tattica e ferocia per evitare di rimanere disarmati, e fidatevi, affrontare un'orda a pugni ha un unico risultato: morte anticipata.
Le ambientazioni, dalla periferia semi-rurale alle strade cittadine divelte, sono molto varie e immensamente coinvolgenti da esplorare. Già solo trovare un'arma più potente (a patto di avere i proiettili necessari) o un oggetto raro restituiscono una sensazione di appagamento non indifferente, che ci darà una ragione in più per non arrenderci. Le location offrono anche una notevole quantità di ostacoli come muri, recinzioni e rottami che potremo usare come copertura temporanea contro gli zombie per riprendere fiato (o per prendere meglio la mira!). Se a questo aggiungiamo un design audio eccezionale e compatto, l'immedesimazione arriva al suo picco e rende ogni run interessante e mai noiosa, e in alcune zone specifiche avremo delle main quest da compiere per sbloccare una nuova area e rendere percorribile quel punto di transito, altrimenti bloccato.
Per concludere, vi consiglio The Last Stand: Aftermath? Assolutamente SI'. Questo titolo si distingue alla grande dagli altri giochi survival roguelite in virtù della sua idea unica di respawn del personaggio e dei miglioramenti enormi che hanno caratterizzato il passaggio di Con Artist nel "giro grosso" del gaming. Lo sto tuttora giocando, e questo mi aiuta a sottoscrivere ogni parola.
Keep gaming, folks!
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