Tempo di gioco:
73 minuti
[Contiene SPOILER non espliciti ma molto facili da dedurre. Ho provato a starci molto attento ma è una recensione da evitare se volete andarci Blind completamente]
Di rado il finale di un’opera mi fa rivalutare a ritroso tutto il resto. Lo trovo scorretto verso ciò che l'opera mi ha saputo donare durante il viaggio. Qui farò tuttavia una eccezione, perché credo abbia una sua critica importanza.
Non so comprendere se il mio livore per questo titolo, giunti alla conclusione, sia legittimo fastidio per un gioco manchevole, o responso ricercato dallo sviluppatore e quindi medaglia al merito che può appuntarsi. Credo dipenda dall’approccio promesso che risulta, ahimè, ingannevole, ma ingannevole deve essere per funzionare.
La verità è che quella che si presenta come un Punto e Clicca con temi da Dark Humor, si rivela poi essere una Avventura Grafica con sparuti elementi Punta e Clicca di nulla utilità. Nessuna scelta fatta ha una sincera influenza sull’esito e il tradimento delle aspettative è il nocciolo della quaestio.
E' emozionante? Si. Ho avvertito un attaccamento emotivo all’adorabile Misfortune? Si. Ho pianto a dirotto quando dovevo? Si.
Come viaggio emotivo questo gioco è splendidamente realizzato, crogiolandosi in un twist telefonato da miglia di distanza che, proprio perché telefonato funziona, perché non è nello shock che risiede il suo valore, ma nella nostra disperata ossessione di voler evitare ciò che ci è stato gridato a caratteri cubitali dai primi secondi di gioco, [Spoiler] e che pian piano realizziamo potrebbe essere già troppo tardi per evitare. In questo darci delle scelte che non hanno cinicamente nessuna influenza sull’esito finale, ha addirittura una sua morbosa poetica.[/Spoiler] Per questa esatta ragione NO, non è stato frainteso il mezzo per realizzare la storia! Questo non è un corto animato che ha deliberatamente deciso di essere un videogame, perché nel corto saremmo stati spettatori passivi, e non avremmo avvertito la responsabilità di prendere sempre la scelta più sensata, [Spoiler] sussurrandoci che forse quell’orrore l’avremmo scampato.[/Spoiler]
Quindi il problema è proprio nel nostro responso alla scelta autoriale. Se sul piatto l’emozione provata è migliore del tradimento è un gioco assolutamente valido. Ma se si comincia a destrutturarlo come videogioco ha per me delle mancanze a cui sarebbe stato carino ovviare: [Spoiler] facendo un esempio pratico, anche solo permettendoci con un giusto corso di azioni, di fornire un esito positivo o negativo a un altro ragazzino.[/Spoiler]
La trama in sé surreale, sognante, fiabesca, ottimamente dipanata e fatta da punti da collegare e che resta alla fine ricca di dubbi e domande (alcune delle quali saran sicuramente frutto di mie disattenzioni) prevede tuttavia qualche inciampo che richiede più di qualche ginnastica mentale, [Spoiler] tra cui il motivo per cui Misfortune pur essendo già morta e non udibile da nessuno, tocchi indiscriminatamente oggetti, trasporti pesci, faccia scattare allarmi ed apra porte dello zoo al lupo (ma lì ci si passa su). Più strano tuttavia lo stesso narratore che è perfettamente conscio della sua già avvenuta morte, si sorprende quando il lupo la ignora.[/Spoiler] E lo stesso narratore a metà gioco termina completamente ogni interazione con noi giocatore, come fosse una plotline ‘droppata’ all’improvviso, negandoci ogni esistenza e partecipazione "al gioco".
L’arte resta splendida, come fosse un libro da colorare per bambini che respira, Misfortune come personaggio è una carezza al cuore costante, con quel carattere naive e impertinente che è irresistibile (altro che certi critici che ho letto l’han reputata insoffribile nella seconda metà del gioco). Anche il suo progressivo incattivirsi è sacrosanto data la sua frustrazione. E la musica, semplice, ma delicata, resta in testa e trasmette una sospesa malinconia che è al bacio. L’estetica di questo gioco è il suo forte. La storia e l’anima di questo gioco son indiscutibili. La meccanica di questo gioco è però legittimamente divisiva: [Spoiler] necessaria per pugnalare a dovere il giocatore e dargli l’illusione della scelta, ma forse eccessivamente cinica nel non permettere la minima influenza esterna – e no, i pochi secondi aggiuntivi del “vero finale”, per quanto in grado di far piangere anche una statua di marmo, non sono a mio modo di vedere né sufficienti né parte del discorso, perché è un finale che si sblocca tramite una meccanica che viene presentata come flavour e nulla a che fare con le apparenti scelte.[/Spoiler]
Una surreale e memorabile esperienza, troppo strana e soggettiva da saper consigliare o meno a terzi.
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