Tempo di gioco:
404 minuti
Seguito diretto dello stupendo "The Last Door", ne è il diretto seguito e la conclusione, quantomeno per ora. La storia riprende sin da subito da dove l'avevamo lasciata, con Wakefield e Kaufmann alla ricerca di Devitt. Molto misteri saranno svelati ed altrettanti ne prenderanno il posto, in un susseguirsi vorticoso di spiegazioni ed flashback incastonati, più o meno bene nella storia, portandoci a due finali. La storia devia un pochino dall'impianto più macabro del primo capitolo, mostrando molto meno elementi orrorifici ma puntando al non mostrare, alle ombre (elemento preponderante in questo secondo capitolo), al surreale, virando più verso la narrativa di Lovecraft che in quella di Poe, forse leggermente più preponderante nel primo capitolo. Non che questo sia un difetto, intendiamoci, ma il tutto sembra perdere un po' dello smalto horror iniziale. Elemento che non è essenziale in realtà, essendo la storia davvero molto, molto bella, ma che aveva caratterizzato il primo capitolo. Il diverso approccio si ripercuote anche sull'impianto di gioco: se prima avevamo locazioni distinte da esplorare ma che erano comunque a compartimenti stagni, ora si hanno vere e proprie mappe suddivise in sotto-strutture contenenti locazioni. Ciò rende più evidente e sentito il tema del viaggio e dell'investigazione ad opera del nuovo duo ma allo stesso tempo pare inserita in modo poco studiato, col cambio continuo di locazione che tende a spezzare il ritmo qualche volta ma che assolve al suo dovere in termini pratici. Gli enigmi, apparente mente più complessi inizialmente sono in realtà ben più lineari, una volta che si è appreso il nuovo approccio e, in buona parte, leggermente meno interessanti e memorabili del precedente capitolo. Mancano elementi come il celeberrimo "corvo morente" o "la lampadina rossa", figli di un impianto più horror ma decisamente più caratterizzanti. Si cammina e si parla moltissimo ma in termini di enigmi forse la parte migliore è rappresentata dalla magione di Wright, amico di Kaufmann, piena di tanti indovinelli e passaggi, atti a rispecchiare la passione del padrone di casa. I protagonisti agiscono in modo interessante ma sembra che manchino di introspezione: di Devitt veniamo a sapere praticamente tutto durante i due capitoli ma poco o nulal del nuovo duo. Wakefield sembra quasi trascinato da Kaufmann e privo di una propria identità se non la sua generosità nel voler aiutare un suo paziente. Il che gli fa onore ma, in una storia piena di personaggi sfaccettati, sembra un ritratto incompleto. Kaufmann è decisamente misterioso e più volte è ben chiaro che sappia più di quanto voglia dire ma, anche in questo caso, nulal è davvero spiegato. L'aspetto sonoro è eccezionale come nel precedente capitolo: i brani riescono a sottolineare l'azione, la calma e il brivido a pennello, seguendo una spetto grafico ancora più rifinito. Lo stile 8 bit è rimasto ma ha assunto un aspetto decisamente più cinematografico, con ombre silhouettes, inquadrature e movimenti differenti. In alcuni casi appare forse troppo moderno in alcune soluzioni (alcuni effetti e scelte di inquadratura ed animazione), allontanandosi un pochino dall'intento originario ma regalandoci scorci stupendi in termini di paesaggi e composizioni (meravigliose le silhouettes di Wakefield e Kaufmann che si muovono in terreni spettrali con la luce fioca della sera) e alcuni momenti narrativi stupendi, come l'inizio raggelante del terzo capitolo. In definitiva, come nel precedente, un gioco con pregi e difetti, uno stile grafico che si ama o si odia, ma un gioco che mi sento comunque certo di consigliare. il primo capitolo forse a mio parere rimane un pochino superiore in termini dell'atmosfera creata ma si tratta di un parere personale visto che il secondo capitolo punta senza dubbio ad un'atmosfera ed approccio leggermente differenti. Da avere per chiunque ami le avventure originali e ben narrate, con uno stile originale
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