Tempo di gioco:
1468 minuti
"Chi nasce quadrato non può morire tondo"
Anche se non era proprio così, è un po' il mio proverbio, perché per qualche ragione sono sempre inesorabilmente attratto dai puzzle game basati sui cubi, tipo Kairo, o Q.U.B.E., o volendo anche English Country Tune, insomma, avete capito.
Quindi appena ho scoperto l'esistenza di QBeh-1: The Atlas Cube, sapevo che non me lo sarei fatto sfuggire.
Come quelli già citati, infatti, è ambientato in uno strano ed evocativo mondo in rovina fatto quasi esclusivamente di cubi.
Non si sa chi siamo, ma il nostro compito è chiaro: raccogliere dei particolari cubi e utilizzarli per superare i vari ostacoli ed enigmi presenti in ogni livello, per arrivare in fondo.
Livelli che sono ben 30 (+6 segreti) divisi in 5 mondi, ognuno più o meno con una tematica elementale che ne caratterizza sia l'ambientazione che in parte anche il tipo di enigmi che andremo ad affrontare.
Il problema, se vogliamo, è che molti di questi livelli sono dannatamente lunghi e la prima volta ci si può mettere anche mezz'ora per risolverne uno.
Complice la natura cubosa del mondo di gioco, non è infatti raro sentirsi un po' spaesati di fronte ad enormi aree con più diramazioni, altrettanti enigmi da risolvere e tortuosi giri dell'oca da fare per poi magari tornare esattamente al punto di partenza, ma con qualche cubo in più.
Ogni livello è anche disseminato di checkpoint, che però servono solo [i]nella partita in corso[/i], nel caso si muoia cadendo da un precipizio o in qualche altro modo. Se invece si esce dal gioco i progressi temporanei non vengono salvati, e si è costretti a rifare l'intero livello da capo. È una scelta stupida che, specialmente considerando l'ampiezza di alcuni di questi livelli, può rendere il tutto più palloso di quanto dovrebbe.
In tutto vi sono 4 tipi diversi di cubi da poter utilizzare, sbloccabili man mano che si prosegue nei vari mondi e ognuno con una particolare caratteristica utile per risolvere un certo tipo di enigmi o per raggiungere zone che altrimenti sarebbero state precluse. L'idea è carina e funziona, spesso è necessario combinare più cubi diversi per superare particolari baratri o comunque per superare le prove che il gioco ci para davanti.
L'unico appunto che mi viene da fare è che questi cubi che raccogliamo in giro possono essere posizionati solo in specifici punti, e non ovunque.
Questo limita un po' il giocatore e lo costringe semplicemente a prendere i cubi e a metterli solo dove è previsto che vadano messi. È comunque necessario sfruttare tali punti per costruire scalette o strutture ammassando i cubi per cercare di raggiungere zone impervie, ma non riesco a non pensare che una maggiore libertà avrebbe giovato.
In ogni caso, graficamente è stato fatto un ottimo lavoro, con effetti di luce, ombre ed elementali resi molto bene che contribuiscono a rendere credibile e realistico il mondo di gioco.
Anche il comparto audio è all'altezza, presentando tracce oniriche, ambientali, rilassanti, ma a volte anche più ritmiche e vivaci.
La longevità è abbastanza elevata e arriverà a superare tranquillamente la decina di ore, che saranno tipo il doppio se ci si mette ad esplorare cubo per cubo ogni livello alla ricerca della piramidina dorata nascosta in luoghi spesso impensabili e difficili da raggiungere, token che saranno necessari per sbloccare il sesto e ultimo mondo.
Se siete come me appassionati di first person puzzler, questo farà al caso vostro. Non è perfetto e alcuni aspetti potevano decisamente essere realizzati in maniera migliore (uno su tutti, i checkpoint), ma se vi lasciate prendere e non vi fate scoraggiare dalla lunghezza di molti livelli, vi piacerà.
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