Tempo di gioco:
2036 minuti
I giochi Double Fine é indubbio, hanno sempre un fascino particolare, a mio giudizio ciò è dovuto all’amore con il quale sono sempre curati gli aspetti di contorno ed il background delle loro opere: abilmente, attraverso personaggi, dialoghi e narrazione questi signori riescono a creare un atmosfera magica, densa, credibile, donandoti la sensazione che il mondo esista anche senza di te, ma allo stesso tempo creando l’impressione di “esserci dentro” e di poter cambiare le cose grazie al tuo operato, un feeling che solo le migliori avventure grafiche di un tempo mi hanno saputo trasmettere.
Non a caso, dietro il bicefalo del logo Double Fine, si nascondono due volponi storici come Ron Gilbert e Tim Shafer, e credetemi, si sente, in particolare nei dialoghi e nelle situazioni surreali nelle quali ci andremo sempre a cacciare.
Il concept del gioco ha avuto origine durante uno speciale "contest" svoltosi internamente alla DF in un periodo di attesa nello sviluppo di Brütal legends.
Durante il succitato contest sono nati, oltre a questo Stacking, anche il simpatico Costume Quest, meno pregiato, ma altrettanto singolare progetto.
In molti hanno provato a rinnovare le vecchie avventure grafiche, ma evidentemente solo chi le ha create poteva riuscire nell'impresa e Stacking é proprio questo, una straordinaria avventura grafica di nuova generazione.
Vestiremo i legnosi panni della matriosca Charles Blackmore (e come per un certo Guybrush non azzeccheranno mai il suo nome...) il più piccolo elemento di una numerosa famiglia di matriosche una più "grande" dell'altra e tutte rigorosamente impilabili.
Ad un certo punto della sua tranquilla esistenza, il piccolo di casa Blackmore si ritroverà a dover salvare tutti i componenti della sua famiglia dal malvagio Barone e per riuscirci dovrà affrontare un viaggio “attraverso” un infinità di matriosche, tutte sorprendentemente fantasiose.
Ci troveremo, in classico stile da AG, in tantissimi posti diversi, bloccati nelle consuete situazioni di stallo, qui dovremo fare un "qualcosa" per risolvere una serie di problemi e sbloccare la situazione.
Ma vediamo come questi geniacci della DF hanno rielaborato i giurassici assiomi delle Avventure grafiche...
In primis il tutto si svolge come se fosse un TPS, con la telecamera alle spalle del nostro eroe e quindi completamente immersi nel mondo di gioco: Questo primo cambiamento è risultato cosi spontaneo da non averci, in un primo momento, neanche fatto caso; la fantomatica perdita di dettaglio nel passaggio dal 2d alla terza dimensione non si é fatta minimamente sentire.
Per proseguire, al posto dei vecchi "verbi" useremo le “abilità” delle matriosche: Ogni bambolina di legno infatti possiede una abilità unica utilizzabile a piacimento, ma che se svolta in particolari situazioni può risolvere uno specifico problema e permettere il proseguimento della storia, niente più "Bevi" la porta dunque...
Per prendere il controllo di un’altra matriosca si dovrà sgattaiolare "dentro" di questa, ma per poterci riuscire sarà necessario avvicinarsi zitti zitti, quatti quatti alle sue spalle e zac penetrar... no, volevo dire, infilarcisi dentro, proprio come si fa con le tradizionali matriosche di legno.
Una volta preso il controllo della matriosca avremo a disposizione la sua azione da usare a nostro piacimento nelle varie situazioni...
Per il resto della recensione vi rimando al link:
https://docs.google.com/document/d/1zfZNZ1TBVcV8Hx02zAsNv3titfS_XTnn6nSyBbemzn4/edit?usp=sharing
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