Recensioni di The Last Campfire

Charming puzzle game, very enjoyable

Semplice e rilassante per un pomeriggio a dir poco confortevole

[i]"A volte ci perdiamo. Ma essere persi non significa essere soli."[/i] E infatti The Last Campfire non è un gioco sulla solitudine, ma su quel momento sospeso tra lo smarrimento e la speranza, dove il confine tra resa e rinascita si fa sottile. Hello Games firma un'opera che sembra una favola, ma non lo è davvero. C’è troppo dolore nei suoi colori morbidi, troppa malinconia nei suoi enigmi gentili. È un viaggio attraverso il fallimento, il rimpianto, l'incapacità di andare avanti, ma anche il bisogno disperato di ritrovare una scintilla – fosse anche l’ultima. Il mondo di gioco è suddiviso in aree interconnesse che invitano all’esplorazione, con segreti e percorsi opzionali che ricompensano la curiosità del giocatore. I puzzle ambientali sono ben congegnati: mai eccessivamente complessi, ma sempre gratificanti, basati su meccaniche intuitive come il movimento di blocchi, l'attivazione di meccanismi e l'uso creativo dell'ambiente circostante. La progressione è guidata dalla narrazione, con il protagonista che avanza aiutando le altre anime perdute. Ombre ferme in un punto da cui non riescono a muoversi, congelati in pensieri che chiunque, almeno una volta, ha avuto. [i]Non ce la farò. Non merito di continuare. Non so dove sto andando.[/i] Sebbene il gioco non presenti particolari sfide in termini di difficoltà o longevità (la durata si attesta sulle 5-6 ore), la qualità dell’esperienza è costante e ben bilanciata, rendendolo accessibile ma mai banale.

Esperienza inaspettata e soddisfacente. Consigliata agli amanti dei rompicapo e per i maniaci del completismo!