Tempo di gioco:
824 minuti
In Other Waters è uno dei titoli indie più interessanti usciti nel 2020. Scoperto per caso, mi ha subito colpito per il concept proposto e per l'estetica minimale, ma ispirata. Dopo mesi ho deciso finalmente di acquistarlo e devo dire che si è rivelato una piacevolissima sorpresa!
Il gameplay di questo gioco è privo di azione, è lento, è calmo e va assaporato senza fretta: poche sono le azioni che il giocatore può compiere mentre impersona l'IA integrata in una tuta da immersione che la protagonista del gioco, la xenobiolga Ellery Vas, indossa durante lo studio delle forme di vita e la ricerca della sua collega scomparsa Minae Nomura sull'esopianeta Gliese 667Cc. È possibile guidare Ellery attraverso il fondale oceanico, scansionandone anche la superficie, si possono osservare le forme di vita oceaniche ed effettuare campionamenti di sostanze biologiche, si possono controllare i vari parametri della tuta da immersione e poco altro ancora. Queste azioni vengono svolte con un unico click o poco più, nel nome dell'assoluta semplicità. Molto interessante è l'idea di giocare nei panni di un'intelligenza artificiale e di conseguenza di poter vedere ciò che un'intelligenza artificiale vedrebbe: una mappa stilizzata del fondale oceanico, dei simboli su un radar e dei dati a schermo relativi alla strumentazione di Ellery e all'archivio delle sostanze campionate. Questo è l'HUD reso disponibile al giocatore nelle fasi di esplorazione. Nella base di ricerca poi, altre funzioni interessanti sono disponibili, come un laboratorio in cui fare l'analisi dei campioni e un archivio con la tassonomia degli esseri viventi del pianeta, completo di appunti, studi, teorie e schizzi di Ellery.
L'estremo minimalismo di In Other Waters ha la funzione di esaltare la narrazione, che in questo gioco ha un ruolo importantissimo! Ellery parla e si confida con noi, pensa ad alta voce, fa tante considerazioni e annota tutte le informazioni necessarie ai suoi studi; è quindi principalmente l'immaginazione del giocatore a dover valorizzare tutto ciò che viene letto a schermo. I testi sono tanti e il gioco si configura quindi come un'avventura prevalentemente testuale. La storia in sé non è particolarmente innovativa, giacché ci sono opere (anche in altri media) che hanno vari argomenti e topoi narrativi in comune, tuttavia resta assolutamente piacevole e lascia un messaggio bello, ma soprattutto importante.
La colonna sonora che accompagna le nostre scorrazzate sui fondali oceanici è ispirata e contribuisce parecchio ad enfatizzare l'atmosfera e l'esperienza tutta.
A voler ben vedere, In Other Waters soffre ogni tanto sul fronte della ripetitività, in quanto il gameplay non ha grandi margini di evoluzione nel corso dell'avventura. Ci sono dei semplici enigmi ambientali e in un paio di occasioni è possibile incontrare qualche difficoltà con le risorse disponibile, ma nulla che possa preoccupare il giocatore. In ogni caso, la durata del gioco si attesta tra le 10 e le 15 ore, più che sufficienti per raccontare questa storia e farla apprezzare al giocatore e non così tante da far pesare la suddetta ripetitività.
Purtroppo, l'inglese è l'unica lingua supportata ed è necessario averne un buon grado di conoscenza, soprattutto per l'enorme quantità di termini tecnici o specifici che vengono utilizzati dalla xenobiologa.
Detto ciò, io ho acquistato la "Xenobiologist Edition" che, oltre al gioco, contiene la colonna sonora e un compendio intitolato "A Study of Gliese 667Cc" che funge sia da epilogo alla storia sia da esposizione delle forme di vita del pianeta. Il mio consiglio è quello di consultare solamente le immagini durante la partita, affiancandole agli studi di Ellery, e di dare poi una lettura completa a gioco completato.
In Other Waters in definitiva è un piccolo esperimento che direi essere ben riuscito, una perla di grande fascino sia estetico che narrativo, un indie che consiglio sicuramente a tutti quelli che sono appassionati di biologia, ma anche a tutti i giocatori che vogliono provare qualcosa di diverso.
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