Tempo di gioco:
632 minuti
Se io fossi un eccentrico miliardario, piuttosto che sborsare cifre da capogiro per acquistare giocatori di pallone che eccitino masse di imbecilli urlanti, o elargire cospicue buonuscite ad astute tribadi fintesi eterosessuali e fidanzate di vecchi dal passato scomodo agli occhi della collettività o ancora, al posto di gettar danari per radunare in garage un coacervo di costosissime fuoriserie che non andranno mai da nessuna parte, investirei il mio patrimonio, a fondo perduto s'intende, nella rinascita di Bullet Witch!
Ma sei pazzo?! Un giochino giudicato mediocre o men che mediocre già ai suoi tempi (l'ormai remotissimo 2007, l'anno in cui Bullet Witch venne, non senza coraggio, immesso sul mercato come esclusiva Xbox 360 - applausi prego), finito nel dimenticatoio e mai più riesumato, piagato da bug imbarazzanti, come ad esempio, solo per citare uno tra i più evidenti, muri invisibili che ti cascano addosso all'improvviso, uccidendoti senza che tu possa muovere un dito, o un comparto tecnico amatoriale (a voler essere generosi) o checkpoint che evaporano senza lasciare traccia di sé, obbligandoti a esasperanti ripetizioni di livelli tutti uguali a se stessi o quasi, per non parlare di quelle meccaniche di gioco primitive, cose che nemmeno nel 1999... e tu... tu spenderesti miliardi per proseguirne la storia?
Sì. Oh, se fossi un miliardario lo farei eccome. Anzi, sarebbe una priorità della mia vita. Perché Alicia Claus, l'eponima, malinconica strega, è il personaggio perfetto di un B movie trash senza speranze, una sorta di Corvo in gonnella nell'universo marcescente di Dawn of the Dead, accompagnata per tutto il suo breve tragitto di morte - sei livelli - da una voce interiore - la classica tenebra - che rende la fragilissima storia un continuo oscillare tra fesseria e capolavoro. Prediletta la chiave horror in ciascuno degli argomenti trattati, dalla paternità al sacrificio, dall'impossibile sfida all'aldilà alla ricerca di un altrove che ognuno di noi desidera, fuori o dentro di sé poco importa; attraverserete città in rovina, aeroporti in fiamme, grotte e campagne con cimiteri annessi, massacrerete giganti e cervelli volanti, soldati zombie tutti più o meno uguali, betoniere di carne, carri armati aerei e fossili alati, a suon di proiettili oppure sfruttando le tipiche magie del repertorio di ciascuna strega degna di codesto nome (fulmini, tuoni, rampicanti assassini, fiamme zolfo ecc.), in un tripudio di approssimazione e incompiutezza che risponde al nome di Bullet Witch. Per gli amanti delle legnate in testa, esiste persino un limitatissimo repertorio di bastonate con cui Alicia può farsi strada in mezzo alle orde di malcapitati demoni.
Gli eroi che svilupparono il gioco, i defunti Cavia (nomen omen!) avevano delle ottime idee ma di certo un budget ridicolo a disposizione e nonostante ciò ne sono usciti ugualmente a testa alta. Praticamente un miracolo. Menzione d'onore alla colonna sonora, The Vanishing Sky, capace di interpretare tutta la solitudine di una strega.
Giocatelo a vostro rischio e pericolo. Io continuerò ad amarlo, nonostante gli anni, i difetti, e tutto il resto.
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