Transference™
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61,95%

Valutazione

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Recensioni di Transference™

Immaginate una escape room ambientata in una mente squilibrata. Provate un gioco di esplorazione in prima persona in una nuova dimensione agghiacciante. Passate da una prospettiva all'altra di una famiglia e svelate il mistero che si nasconde in questo thriller psicologico sconvolgente.
ID applicazione647570
Tipo di applicazioneGAME
Sviluppatori
Publisher Ubisoft
Categorie Giocatore singolo, Obiettivi di Steam, Supporto Parziale del Controller, Supportato da VR, Carte collezionabili di Steam, Supporto per controller tracciato
Generi Indie, Avventura
Data di uscita18 Set, 2018
Piattaforme Windows
Lingue supportate Italian, Spanish - Spain, Russian, English, Japanese, Simplified Chinese, French, German, Korean, Portuguese - Brazil, Dutch, Polish

Transference™
14 Recensioni totali
10 Recensioni positive
4 Recensioni negative
Misto Punteggio

Transference™ ha ricevuto un totale di 14 recensioni, con 10 recensioni positive e 4 recensioni negative, ottenendo un punteggio complessivo di "Misto".

Grafico delle recensioni


Il grafico sopra illustra l'andamento delle recensioni per Transference™ nel tempo, mostrando le variazioni dinamiche nelle opinioni dei giocatori man mano che vengono introdotti nuovi aggiornamenti e funzionalità. Questa rappresentazione visiva aiuta a comprendere la ricezione del gioco e la sua evoluzione.


Recensioni recenti di Steam

Questa sezione mostra le 10 recensioni più recenti di Steam per il gioco, evidenziando una varietà di esperienze e opinioni dei giocatori. Ogni recensione include il tempo totale di gioco, insieme al numero di valutazioni positive e negative, offrendo una chiara indicazione del feedback della community.

Tempo di gioco: 293 minuti
Un gioco veramente fantastico, ben fatto. Per chi ama questo tipo di gioco lo consiglio. https://youtu.be/dZFyiVuIA5M
👍 : 0 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 102 minuti
giocato in VR, durata 1h e 40. un walking simulator come tanti altri, ve lo dimenticherete appena terminato. a prezzo pieno un furto a mano armata.
👍 : 0 | 😃 : 0
Negativo
Tempo di gioco: 291 minuti
Che dire, grafica splendida, a livello grafico mette in risalto le potenzialità che un visore VR può offrire. Profondità, materiali, la sensazione è quella di trovarsi davvero in una casa, il cervello è abbastanza ben ingannato, soprattutto quando si cammina per la rampa di scale al di fuori dell'appartamento. Grafica davvero molto curata. Come contro invece devo sottolineare una certa lentezza nei movimenti che a lungo andare può annoiare, infatti camminiamo veramente a passo lento, inoltre la trama è un pò confusa e cervellotica, che potrebbe dopo un pò sostituire la curiosità con una certa noia. Per nulla pauroso pertanto non lo definirei un horror. Mi sembra anche piuttosto breve, un pò come per la stragrande maggioranza dei titoli "horror" in VR. L'interazione VR c'è ma non eccelle, abbiamo le mani con cui possiamo afferrare gli oggetti ma questi ultimi non hanno alcuna forma di interazione con l'ambiente infatti se si lascia o lancia un oggetto questo si smaterializzerà e tornerà nel punto dov'era inizialmente, inoltre le porte non si aprono per via della spinta reale della mano ma basta avvicinarvisi, premere il tasto presa dell'oculus touch, nel caso il visore fosse il Rift, e questa si apre automaticamente, non serve mimare il gesto, cosa che in VR fa la differenza. Nel complesso voglio premiare la cura grafica, che rivela decisamente la software house che c'è dietro lo sviluppo del titolo, quindi metterò un pollice in su. Se al posto dei pollici, invece, avessimo una classifica da uno a 10 gli darei un 6,5/7, gran parte del voto andrebbe al comparto grafico molto ma molto buono. Molto felice che Ubisoft sviluppi giochi per la VR.
👍 : 0 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 131 minuti
Buone l'atfmosfera, l'immersione e la grafica, ma per il resto non ci siamo. Storia semplice resa a tratti incomprensibile. Enigmi inconsistenti. Longevità sotto la media persino per un gioco in realtà virtuale (un paio d'ore scarse), figurarsi per chi lo gioca in flat. Se si fosse trattato di uno studio indipendente avrei potuto passarci su, ma da Ubisoft mi aspetto ben altro. Delusione.
👍 : 0 | 😃 : 0
Negativo
Tempo di gioco: 173 minuti
Corto (circa tre ore per finirlo) ma davvero, davvero immersivo! Vivamente consigliato!
👍 : 0 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 182 minuti
Consiglio il titolo sopratutto per chi può giocarlo in vr, in tal caso molto immersivo e riesce a dare davvero tanta tensione vista con gli occhi della prima persona 1:1. Carino, durata media 3 orette.
👍 : 0 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 151 minuti
bel gioco e bella atmosfera. in offerta a meno di 10 euro vale sicuramente la pena!
👍 : 1 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 140 minuti
Partiamo dal presupposto che l'ho pagato il costo di un caffè e l'ho giocato in VR, ossia le 2 condizioni principali per cui mi sento di dare una valutazione tutto sommato positiva. E' stata una esperienza breve ma di buon livello, merito alla direzione artistica, dellla grafica davvero molto nitida in VR, ma sopratutto per l'atmosfera e i brividi che sa regalarti giocandolo con un visore. Nota di merito agli attori che hanno reso ancora più immersiva la vicenda, che però si è rilevata davvero caotica e difficile da comprendere sino in fondo, quindi vi consiglio di trovare tutti file video nascosti nelle varie stanze, se vorrete capire davvero cosa è successo una volta arrivati ai titoli di coda in questo viaggio nella follia umana.
👍 : 1 | 😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco: 115 minuti
Giocato con il Valve Index. Gioco decente per quanto banale in sé. L'unica cosa buona è l'ambientazione, ma il resto non rende molto. Jumpscare attendibili (tranne 2 o 3). Aveva del potenziale, ma per essere compatibile con VR non ha per niente il livello di interattività che altri giochi VR offrono. Un pò sprecato, ma se dovete provarlo vi basta comprarlo in saldo
👍 : 0 | 😃 : 0
Negativo
Tempo di gioco: 231 minuti
Cosa succederebbe se fosse possibile raccogliere memorie, sensazioni e ricordi di un individuo permettendo a qualcun altro di riviverli? E' un tema che è stato toccato su più fronti, soprattutto in ambito cinematografico, e che ogni volta fa sorgere domande quali: potrebbe essere un nuovo modo di comunicare e interagire? Di effettuare studi sulla ricerca? Di apportare innovazione in ambito terapeutico o militare? Transference, il singolare progetto frutto della collaborazione fra Ubisoft e SpectreVision (tra i cui fondatori spicca il celebre attore Elijah Wood), basa il suo concept proprio su questi affascinanti e paradigmatici presupposti. Transference si inserisce nella tradizione ormai consolidata dei walking simulator, proiettandoci in un'indagine sulle capacità cognitive della mente umana, regalandoci una serie di fotografie, spesso sfocate e sovrapposte e a tratti terrificanti, in cui orientarsi nel tentativo di uscirne con delle risposte, scoprendo il dramma che ha travolto e distrutto per sempre l'esistenza della famiglia Haynes. Si tratta a tutti gli effetti di una vera e propria simulazione virtuale, inscenata interamente all'interno dello stabile in cui vivevano i componenti del nucleo familiare: Raymond e Katherine con il loro figlio, Benjamin. La ricostruzione digitale, creata fondendo tra loro ricordi, sensazioni e percezioni di ogni componente della famiglia, restituisce all'utente a livello visivo e uditivo il fastidio, il disagio, la difficoltà nel farsi strada all'interno di menti malate che hanno vissuto un grave dramma a causa dell'ambizione, divenuta ossessione, di Raymond nei confronti della sua rivoluzionaria ricerca, basata appunto sul trasferimento di "dati cerebrali" in un mondo virtuale, come il titolo lascia intendere. Il gameplay è incentrato sulla risoluzione di enigmi cui dovremo far fronte durante l'esplorazione dell'appartamento che, se effettuata a fondo, renderà anche possibile collezionare delle registrazioni che sviluppano ulteriormente la narrazione attraverso brevi video in live action che hanno come protagonisti i membri della famiglia Haynes. Gli enigmi in questione sono in buona parte basati sul concept del gioco stesso, ovvero la convergenza di più menti in un unico spazio digitale, la riproduzione di ambientazioni tramite i differenti punti di vista di tre diversi individui. Ciò significa che spesso e volentieri dovremo ritrovare degli oggetti esplorando lo stesso scenario, ma filtrato attraverso una diversa coscienza, attivando degli "interruttori della luce" che ci permetteranno di "traslare" da un membro all'altro della famiglia. Si tratta di un meccanismo volutamente poco chiaro, fattore che rende contorto ma estremamente affascinante il gameplay di Transference, che sottolinea per l'appunto la fragilità della psiche umana e quanto poco basti a farla vacillare o addirittura distruggere. La scarsa longevità del titolo (ho impiegato circa tre ore per venire a capo del mistero) in questo caso non è affatto un difetto di cui tenere conto, soprattutto se si sceglie di giocarlo con il visore, tramite cui Transference effettivamente potrebbe dare il meglio di sé. Motion sickness permettendo, il VR "aiuta" l'utente a sperimentare appieno il disagio e il progressivo affaticamento fisico e mentale dovuto all'analisi psicologica all'interno di menti malate forzatamente tradotte in codice binario. Al di là dei rompicapi, piuttosto semplici da risolvere in realtà, e dei classici jumpscare, frutto di apparizioni improvvise ed inquietanti, Transference è un'esperienza visiva e sonora difficile da descrivere e che punta a fondere l'ossessione di Raymond con quella del giocatore, spinto quindi a scoprire cosa sia andato storto, quale sia stato il fattore scatenante che ha condotto lo scienziato sull'orlo della follia, istigandolo a sacrificare tutto pur di raggiungere il suo scopo. Il comparto artistico di tutto rispetto svela la grande abilità degli sceneggiatori che hanno contribuito al progetto, creando un magnetico e a tratti allucinato art design che, insieme ad una colonna sonora arricchita spesso da strazianti richieste d'aiuto da parte di Benjamin e da sinistri sussurri, è in grado di reggere sino ai titoli di coda e senza repentini cali di ritmo. Per concludere, consiglio Transference con la riserva che non è un gioco per tutti, e va da sé che solo con il visore VR si può godere appieno dell'originaria visione degli sviluppatori. Bisogna inoltre essere inclini ad una narrazione volutamente lacunosa e complessa, metaforica e fortemente metareferenziale. Il progetto di SpectreVision funziona proprio quando sfonda la quarta parete e cerca di incentivare la totale immedesimazione del videogiocatore nell'avatar, a tratti abbandonando il filone classico dei walking simulator per introdurre tematiche prettamente filosofiche e antropologiche. Un esperimento tutto sommato riuscito ma che per alcuni resterà incomprensibile e persino indigesto. Chi saprà guardare oltre la sua semplice apparenza di walking simulator con tinte di horror psicologico, scoprirà un testo ricco di spunti e riflessioni volte a fornire solidi punti di partenza per un'indagine sull'individuo e sulla sua capacità di interpretare la realtà. Keep gaming, folks!
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