Tempo di gioco:
1258 minuti
Dopo aver sconfitto Calaca nel primo gioco, il luchador Juan è tornato alla sua vita di sempre, ha messo su famiglia e anche qualche chilo. Purtroppo per lui la pace non dura a lungo, perché stavolta la minaccia che viene da un’altra linea temporale potrebbe distruggere tutto il Mexiverso!
Sì, la trama sembra una stagione a caso di Flash, e non ci va molto distante: Juan scopre che ci sono infinite linee temporali più o meno diverse dalla sua (alcune molto divertenti, che attraverseremo saltuariamente) e in una di queste un tale Salvador, eroe che ha battuto Calaca dopo che noi siamo morti, è alla ricerca di un potere divino.
Come gameplay non si discosta troppo dal primo gioco, con il nostro protagonista che sbloccherà tutta una serie di mosse che gli permetteranno di distruggere i blocchi dello stesso colore e di aprire nuove aree, mentre anche i nemici avranno la solita corazza colorata da infrangere usando la mossa corrispondente. Ritorna anche la simpatica trasformazione in pollo, utile per planare e passare per stretti pertugi, anch’essa con la sua serie di mosse inedite. Alcuni allenatori ci daranno poi degli alberi delle abilità da sbloccare con l’oro o con l’utilizzo ripetuto delle mosse, per sbloccare alcuni bonus.
Se pensate di giocarci in qualsiasi modo che non sia col pad, ripensateci: Guacamelee 2 presenta la stessa struttura a-là Super Meat Boy come il primo gioco, con tante stanze piene di spine, piattaforme, cambi dimensionali e movimenti da eseguire rapidamente e con molta precisione per non morire. Non sono eccessivamente difficili se avete un minimo di dimestichezza col genere, ma alcune potrebbero risultare ostiche – anche se si può riprovare al volo e ci sono molti checkpoint. Pad consigliato, appunto.
Graficamente rimane una gioia per gli occhi, con una palette vivace e colorata e i due mondi dei vivi e dei morti con molte differenze sia come ambientazioni e sfondi che come personaggi, tanto che è sempre divertente passare da uno all’altro per vedere come cambia ogni cosa.
Stavolta però non ci sono grandi subquest e anche sul lato “metroidvania” è un po’ carente. Tutto il gioco è molto lineare e la comparsa dei blocchi colorati e delle mosse necessarie per romperli non sono mai molto distanti l’una dalle altre. Questo fa sì che non si torni poi molto sui propri passi come in ogni altro metroidvania, ci si limita a proseguire naturalmente e le poche stanze ancora precluse (contenenti più che altro oro o powerup della vita o dell’energia) le si rivisita al prossimo inevitabile passaggio.
In generale anche come trama e personaggi continuo a preferirgli il primo, più originale e meglio caratterizzato. Non che questi siano male, ma sono un po’ piatti e lo scheletro Calaca era decisamente più carismatico di Salvador, che sembra buttato lì per caso, così come i suoi sgherri e la sua motivazione. Anche le stesse boss battle non offrono poi molta sfida rispetto a quelle del primo gioco, risultando abbastanza semplici.
Dove Guacamelee 2 non delude è nella solita gran quantità di inside jokes, rotture della quarta parete e metariferimenti in salsa messicana alla cultura popolare, agli altri videogiochi e ai meme, con anche una timeline apposita che fa molto ridere.
Per i più tenaci c’è poi (come nel primo gioco) una caccia alle 5 chiavi nascoste in luoghi più ostici del resto del gioco – ma scordatevi la frustrazione dell’Albero di Tule di Guacamelee 1, queste sezioni sono molto più brevi e più morbide, pur restando impegnative. Prendendole tutte si avrà anche questa volta il true ending con un filmato diverso.
Oltre a questo, l’edizione completa del gioco permette di giocare nei panni di altri personaggi e di affrontare una serie di sfide facoltative simili all’Infierno di Guacamelee 1, ma anche queste molto più semplici e senza requisiti strani.
Non dura moltissimo e in una decina di ore si riesce tranquillamente a finire quasi al 100%, ma c’è anche una modalità Hard dove i nemici fanno più male.
Un buon sequel che mantiene il solido gameplay dell’originale, ma che però non riesce a replicarne appieno la formula, più accattivante e con personaggi meglio caratterizzati. Comunque, un titolo discreto se vi è piaciuto il primo e non avete già tirato troppe bestemmie a evitare le spine.
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