Tempo di gioco:
1052 minuti
Dead in Bermuda, sviluppato da CCCP ed edito da Plug In Digital (disponibile sullo Steam Store al prezzo scontato di 12,74Euro), rappresenta l’ennesimo tentativo indie di cavalcare il genere Survival, indubbiamente molto in voga in questo momento, implementando però in questa sua incarnazione una forte componente gestionale che va a rappresentare la vera anima del gioco. Il tutto reso esteticamente da una cornice grafica cartonesca, ben realizzata, in grado di svolgere egregiamente il proprio compito, anche senza lanciarsi in animazioni strepitose o nel fotorealismo che tanto va di moda nei giochi odierni.
La storia di fondo è semplice, se vogliamo all’apparenza banale, ma risulta coerente con lo stile del titolo e ben si sposa con l’impianto generale: un gruppo di 8 superstiti di un incidente aereo si trova a dover sopravvivere su un’isola, all’apparenza deserta, facendo fede solo sulle proprie forze e su ciò che l’isola stessa ha da offrire. E per chi lo volesse chiedere…No, non ci sono zombie questa volta!!! Ma altri....soggetti!
I membri del gruppo di sopravvissuti sono ben caratterizzati, “stereotipati” quel tanto che basta da renderli interessanti; senza voler anticipare nulla sui protagonisti del gioco, ammetto però che è stato un piacere osservare le loro interazioni a seconda dell’evolversi delle varie vicende, e come ognuno di essi si mantenga coerente al proprio “ruolo” durante l’arco degli avvenimenti…come si dice in questi casi, una sceneggiatura sicuramente di buon livello!
Tornando al succo di Dead in Bermuda, il giocatore dovrà utilizzare le peculiarità e le abilità dei singoli personaggi, al fine di poter ottenere risorse, esplorare nuove aree dell’isola (segreti, incontri bizzarri e piccole chicche assortite saranno all’ordine del giorno), costruire nuove aree dell’accampamento e far salire i sopravvissuti di livello, potendo poi disporre di skill points da distribuire a piacimento su svariate caratteristiche, siano esse fisiche o mentali, che andranno poi a influenzare la capacità del singolo individuo di compiere un lavoro piuttosto che un altro. C’è chi si rivelerà più abile nello scavenging, chi più portato a studiare nuovi schemi di cotruzione, chi nato per esplorare, altri ancora sapranno cucinare o pescare/cacciare e chi più ne ha più ne metta! Le skill potranno essere inoltre potenziate tramite l’uso di oggetti che troverete durante le esplorazioni, che conferiranno boost più o meno corposi ad alcune caratteristiche.
Ciò è quanto e, ad una prima occhiata rapida, potrebbe sembrare niente di innovativo.
Guai però a farsi ingannare dalle apparenze: Dead in Bermuda non è affatto un gioco semplice. Il livello di difficoltà e l’approccio gestionale sono molto più profondi di quello che possa sembrare, tanto da richiedere un certo impegno, per non vedere concludere la propria partita prematuramente con esiti disastrosi.
Il sistema con cui indirizzerete i membri del gruppo alle varie attività da svolgere, ricorda più un gioco da cellulare che un prodotto PC: nelle varie aree del campo ci saranno dei punti, rappresentati come basi circolari, sui quali trascinerete i vari personaggi con il mouse. Ognuno di questi punti equivale a una precisa azione che l’individuo selezionato svolgerà durante il turno successivo di gioco; ogni giornata sarà divisa in 2 turni, ai quali si aggiungerà la fase serale, nella quale dovrete distribuire il cibo disponibile ed assistere ai dialoghi tra i vari soggetti.
Un plauso va fatto ai programmatori proprio per l’aspetto dei dialoghi, ben curati, in grado di sottolineare avvenimenti più o meno salienti della giornata e che in alcuni frangenti sfioreranno l’eccellenza assoluta, rafforzando la storia del gruppo e rendendola estremamente credibile agli occhi del giocatore.
Va altresì detto che nel gioco è presente, seppur in maniera molto abbozzata, un sistema di relazioni, attraverso il quale i personaggi interagiranno durante la giornata, portando il loro livello di amicizia a salire o, magari, a scendere drasticamente. Questo avrà ripercussioni sulle future conversazioni tra i personaggi coinvolti, ed è qualcosa che, personalmente, ho apprezzato molto. Oltretutto, gli sviluppatori parlano di aggiunte corpose sotto questo aspetto in futuro, con più di 100 nuovi dialoghi pronti ad essere implementati.
Entrando in merito alla localizzazione, il gioco è attualmente tradotto solo in INGLESE e FRANCESE, ma si parla di una futura aggiunta (addirittura già possibile in tempi brevi) di ITALIANO, SPAGNOLO e TEDESCO…presto sarà un gioco decisamente poliglotta insomma!!!
Colonna sonora discreta trattandosi di un titolo indie, seppur a mio avviso non sempre azzeccatissima, per la sua natura fin troppo rilassata, che resterà “piatta” e uniforme anche nelle situazioni più disperate, a seguito di perdite tra i personaggi ecc… Molto meglio invece la risacca dell’oceano in sottofondo, sicuramente più connessa alle vicende di quanto possa risultarlo il tema musicale.
Tirando le somme, Dead in Bermuda è ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO, ma a chi? Principalmente a queste tre categorie di giocatori:
-A chi cerca un survival/gestionale che offra un buon livello di sfida “mentale”;
-A chi sa apprezzare una grafica cartoon, senza tanti fronzoli, ciononostante ben caratterizzata;
-A chi, come me, dà ancora importanza ai dialoghi ben fatti nei videogiochi
[h1]PRO:[/h1]
-meccaniche semplici e immediate
-stile grafico
-aspetto gestionale, all'apparenza semplice, ma invece impegnativo e riflessivo
-sistema di relazioni tra i pg è interessante, e stimola l’immedesimazione col il gruppo
-dialoghi “serali” vari e ben fatti (a patto, allo stato attuale, di conoscere bene l’inglese)
-sistema di checkpoint/autosave (di fatto salva ogni giornata di gioco e in un qualsiasi momento si può ripartire da un punto "X" a propria scelta)
[h1]CONTRO:[/h1]
-tutorial va sempre ripetuto, non si può saltare nelle nuove partite
-sporadici bug (freeze dei pg durante lo spostamento alle attività) e saltuari crash
-non è localizzato in ITA (ma verrà implementato), e i dialoghi sono parte fondamentale per godersi il titolo appieno
-difficoltà alta all'inizio, ma una volta "ingranato" bene (ma non è semplice), scende drasticamente
-fatto salvo lo stimolo degli achievements, una volta ottenuti tutti, il fattore rigiocabilità sarà azzerato
[h1]NB:[/h1]Mi trovate su YouTube, Raziel's Channel all'indirizzo https://www.youtube.com/channel/UC8mjStAGRGo-5SV9K205NBw
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