Tempo di gioco:
520 minuti
[h1]Tales of Kenzera: ZAU, un metroidvania che non convince[/h1]
Tra spiriti e racconti mitologici, Tales of Kenzera: ZAU si presenta come un metroidvania che vuole far emozionare con i colori e i costumi dell'Africa, ma... Ci riesce?
[h3]Trama[/h3]
In questo metroidvania vestiremo inizialmente i panni di un ragazzino di nome Zuberi che da poco ha perso il padre per malattia. Quest'ultimo ha lasciato in eredità al figlio un racconto scritto dalle sue mani che narra di Zau, un giovane sciamano che vuole stringere un patto con Kalunga, guardiano della morte, per riportare dal regno dell'oltretomba suo padre. La storia proseguirà nel mondo di Kenzera, tra biomi di diverso genere, guardiani degli spiriti ed altri elementi del folklore africano.
La trama di per sé non è neanche malaccio e l'idea di sviluppare due storie parallele (una nel mondo reale, l'altra nel regno di Kenzera) è anche interessante, ma i personaggi sono poco caratterizzati e il proseguo della storia non riesce ad arrivare al [i]cuore[/i] del videogiocatore. La storia si conclude in modo molto frettoloso, la scrittura di essa non riesce a farti emozionare, manca proprio di quella spinta necessaria per riuscire a farti scattare quella scintilla che serve per iniziare ad empatizzare con i personaggi... Un peccato, insomma.
[h3]Gameplay[/h3]
Il gameplay si presenta come un classico metroidvania con i vari elementi tipici del genere. Abbiamo il classico dash, l'arpione, il salto da parete a parete... Insomma, avete presente Ori od Hollow Knight? Ecco. In questo gioco non abbiamo veramente nulla di innovativo. Per carità, non deve per forza essere un difetto, ma non è neanche un pregio quello di non aver inventato nulla di nuovo per un genere già saturo di titoli copia-incolla.
Che dire del combat system?
Il combattimento avviene grazie alle due maschere da sciamano che il nostro Zau indossa, intercambiabili con la pressione di un tasto. Una maschera si presta meglio per attacchi a distanza, l'altra per un combattimento più ravvicinato. Ho trovato carina l'idea di sfruttare attacchi differenti in base alla maschera che il nostro protagonista indossa, ma c'è un problema: praticamente tutti gli attacchi disponibili gli sblocchi ad inizio gioco. Non si trovano ulteriore maschere in giro e l'albero delle abilità ha potenziamenti così poco impattanti che il gameplay relativo al combattimento non cambia dall'inizio della storia. Sarebbe stato decisamente più interessante se avessimo avuto la possibilità di iniziare con una singola maschera e trovarne altre lungo il percorso, ma non è così. Alla lunga combattere diventa noioso per quanto mi riguarda. Noioso e fastidioso: gli attacchi dei nemici possono essere solo schivati e non deviati/parati; capita spessissimo che il nostro personaggio si confonda con i nemici avendo palette di colori molto simili; le combo degli attacchi nemici non possono essere spezzate, ma per le nostre basta un leggero schiaffo dai nostri avversari per vedere la nostra concatenazione di attacchi interrotta... Non ci siamo su questo punto di vista.
Ricapitolando: il sistema di movimento è tipico del genere, funziona, ma niente di nuovo; il combat system pecca proprio. Per ora, quindi, non ci siamo.
[h3]Kenzera... Africa o nulla cosmico?[/h3]
Il mondo di gioco si presenta inizialmente molto bene: l'Africa con i suoi colori viene riprodotta bene a livello scenografico. Abbiamo dalle classiche savane al deserto, dalle foreste con maestosi alberi fino alle grotte più buie. Le ambientazioni rendono molto a livello concettuale, ma questo mondo fatto di spiriti e folklore africano ha un grosso ed enorme problema: è vuoto. VUOTO. Lungo tutto il percorso si trovano 6/7 tipi di nemici (non ricordo ora il numero esatto) e 4 boss. I nemici sono uguali in tutte le aree di gioco, non ci sono mini-boss da sconfiggere, i personaggi che si incontrano lungo il cammino si contano sulle dita di una mano, non esistono side-quest e i segreti sono così facili da trovare e così pochi che difficilmente visiterai nuovamente una zona già visitata. I devs avevano un'intero continente di storie di folklore tribale, miti, leggende e cosa fanno? Pochissime tipologie di nemici (con poco carisma, inoltre), due paia di boss e un paio di personaggi non giocanti creati solo per riempire leggermente una trama già carente di elementi... Io non mi aspettavo così poco contenuto su un titolo ambientato in Africa con elementi di folklore africano. Che occasione sprecata!
[h3]Comparto tecnico[/h3]
Anche qui, purtroppo, Tales of Kenzera: Zau, mostra i fianchi. La grafica ricorda un titolo della scorsa generazione, le animazioni non sono granché, il comparto audio non regala nulla di speciale... La colonna sonora però è molto carina, ma non bastano un paio di canzoni belle per sopperire a tutto il resto. Il sopracitato Ori ha avuto il suo capitolo due nel 2020, [i]"Ori and the Will of the Wisps"[/i], ed è di gran lunga superiore a questo Tales of Kenzera. Imparagonabili.
[h2]Conclusioni[/h2]
Tales of Kenzera: ZAU, per quanto mi riguarda, è una grossissima occasione sprecata. Pecca su tutti i fronti, dalla trama al lato tecnico ed è veramente un dispiacere perché ha pregi qua e là, ma in nessun ambito riesce a spiccare il volo. Avrebbero potuto approfondire di più le relazioni tra i personaggi, avrebbero potuto scavare di più nell'affascinante folklore africano, avrebbero potuto differenziare di più le varie fasi di gioco, ma non è successo nulla di tutto ciò...
Ci troveremo a vagare in un ambiente vuoto, affrontando ripetutamente gli stessi nemici, continuando a giocare sperando in un risvolto di trama che renda il titolo più interessante rispetto a quello che è.
Questo, purtroppo, è Tales of Kenzera: ZAU.
P.S: ovviamente è un mio parere personale tutto ciò.
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