Tempo di gioco:
776 minuti
Brutale, irriverente, a tratti demenziale: tre aggettivi che dipingono perfettamente Shadow Warrior, FPS della 3D Realms rilasciato nel maggio del '97 e tornato a far parlare di se in tempi recenti (2013) con l'uscita di un remake e di un'edizione rimasterizzata, quest'ultima oggetto della mia recensione. Shadow Warrior prosegue il percorso idealmente iniziato dalla casa texana con Duke Nukem 3D, e come quest'ultimo si inserisce in un periodo di "transizione" che culminerà con l'uscita di Quake e l'inizio di quella che mi piace definire come l'era "moderna" dei FPS.
Shadow Warrior Classic Redux include il gioco originale e le due espansioni Wanton Destruction e Twin Dragon, il tutto (ri)proposto con tracce audio rimasterizzate e grafica aggiornata con il supporto alle risoluzioni standard attuali.
In Shadow Warrior (SW) vestiremo i panni di Lo Wang, un "guerriero ombra" cino-giapponese al soldo delle Zilla Enterprise, conglomerato che controlla tutte le più grandi attività industriali del Giappone. Quando la sete di potere spinge il presidente Master Zilla a tentare la conquista dell'intera nazione, Lo Wang, spinto dal proprio codice d'onore, abbandona il suo ruolo da guardia del corpo all'interno della compagnia. Conoscendo le grandi doti di guerriero di Wnag e temendo che possa intralciare i suoi piani di conquista, Master Zilla decide di inviare i propri scagnozzi per eliminare il ninja rinnegato. Più avanti nel gioco ci troveremo a [spoiler]soccorrere il vecchio maestro di Wang, che ferito a morte ci chiederà di vendicarlo eliminando il malvagio Zilla e le armate demoniache al suo servizio.[/spoiler]
Lo Wang è un personaggio eccezionale: reppresentazione caricaturale e, diciamocelo, dal taglio LEGGERMENTE razzista dell'uomo orientale, il nostro amico è sostanzialmente l'alter-ego dagli occhi a mandorla del mitico Duca, e come quest'ultimo non mancherà di deliziarci con continue frasi ad effetto e doppi sensi di dubbio gusto (ma che anche dopo vent'anni riescono a strapparmi più di un sorriso).
Il gioco consiste in 22 scenari, periodicamente inframezzati da alcune boss fight. I livelli sono generalmente piuttosto intricati e ampi, con ambientazioni che spaziano da bassifondi urbani a misteriose fortezze fluttuanti, passando per complessi industriali e caverne sotterranee. Il level design sfrutta a pieno le potenzialità del BUILD Engine, già impiegato per DN3D e ulteriormente affinato per l'occasione: il rendering continua ad essere in 2.5D, mentre gli scenari sono arricchiti da suppellettili distruttibili e oggetti tridimensionali, ottenuti con l'espediente tecnico dei voxel. Il risultato finale non è sempre perfetto: alcuni livelli appaiono infatti eccessivamente lunghi e complicati (il par time proposto a fine missione è ridicolo), e i limiti dell'engine grafico si palesano in misura maggiore quanto più complessa è la struttura dell'ambiente da ricreare. Se da una parte infatti le aree metropolitane si prestano bene ad essere riprodotte per via delle geometrie più nette e regolari, gli spazi rurali e le irregolarità delle superfici mettono a nudo una certa approssimazione che ne limita la resa realistica.
Le armi sono da sempre un grande punto di forza di SW: ne avremo a disposizione una decina (per la precisione undici, se contiamo i pugni nudi) che vanno dalle tradizionali giapponesi come katana e shuriken fino ad arrivare a bizzarri strumenti di distruzione come teste mozzate di guardiani sputafuoco o cuori pulsanti in grado di evocare un'immagine speculare. La cosa interessante è che molte di queste prevedono una o addirittura due modalità di fuoco alternative, e possono essere potenziate tramite appositi moduli: il lanciamissili ad esempio dispone di un modulo per il puntamento termico e può lanciare piccole testate atomiche in grado di radere al suolo intere aree piene di nemici, mentre la riot gun, una sorta di fucile potenziato, dispone di una modalità di fuoco alternativa che permette di sparare tre cartucce in rapida successione.
I nemici non sono particolarmente numerosi, ma questo aspetto è compensato dal livello di sfida che propongono: l'intelligenza artificiale non è molto brillante, tuttavia non è raro imbattersi in situazioni ingiustamente sbilanciate a nostro sfavore. Gli uomini-lucertola dotati di UZI ad esempio colpiscono con precisione chirurgica anche da posizioni difficilmente raggiungibili e riescono a sfruttare le coperture in maniera perfetta, emergendo per una frazione di secondo e scomparendo subito dopo. Nella mia ultima run a livello Difficile ho dovuto ricorrere al quicksave/quickload più di quanto mi sarei aspettato in quanto bastano davvero pochi colpi per ridurci in fin di vita, e alcuni attacchi come la scia di fuoco dei ninja invisibili sono tanto letali quanto difficili da evitare.
La grafica non è male, ma diventerà obsoleta con l'uscita di Quake pochi mesi più tardi. Le sagome dei nemici, ancora semplici sprite bidimensionali, risultano visibilmente sgranate da distanza ravvicinata; le animazioni inoltre sono ancora molto primitive e di livello nemmeno lontanamente paragonabile a quelle che ritroveremo nel titolo di ID Software. Gli ambienti interni d'altro canto, pur con le limitazioni imposte dal rendering 2.5D del BUILD Engine, hanno una resa decisamente migliore grazie alla grande quantità di dettagli presenti. Non vi sono differenze apprezzabili con quanto già proposto da DN3D, e questo si dimostra al tempo stesso un pregio ed un difetto.
Lato audio, la colonna sonora rimasterizzata rispolvera le vecchie melodie orientaleggianti dell'originale: il livello delle musiche e degli effetti sonori (armi, nemici, effetti ambientali) è complessivamente buono, la parte migliore però è senz'altro rappresentata dalla voce del protagonista, ora maliziosamente giuliva ora severa, ma sempre dannatamente esilarante. Ancient chinese secret! (cit.)
Shadow Warrior Classic Redux rende i giusti onori ad un gioco ormai storico che ha avuto la "sfortuna", se così si può definire, di trovarsi schiacciato a sandwich tra due mostri sacri come DN3D e Quake. Per forza di cose non riesce a stupire come il primo né ha la pretesa di innovare come il secondo: detto questo, SW rimane un titolo validissimo, estremamente divertente e anche piuttosto longevo - a dispetto dei tempi previsti, non aspettatevi di finirlo in una manciata di ore, soprattutto se avete in mente di sbloccare tutti i segreti o di affrontarlo ad alti livelli di difficoltà.
Se siete fan di DN3D o avete apprezzato FPS un po' più di nicchia come Blood o Redneck Rampage non potete assolutamente perdervi l'occasione di rivivere le avventure del guerriero ombra in HD: e se mai voleste seguire la mia raccomandazione, tenete bene a mente queste parole di grande saggezza...
[i]"Man who buy drowned cat pay for wet p u s s y"[/i]
Come si fa a non amarti, Lo Wang?
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