Tempo di gioco:
1007 minuti
La saga di Ys affonda le sue radici nei lontani anni ’80, debuttando addirittura su TurboGrafx, e da allora i primi due capitoli sono stati portati su praticamente qualsiasi piattaforma in mille versioni diverse.
Nei decenni successivi sono usciti parecchi altri titoli della serie, ma per qualche ragione non mi ci ero mai avvicinato, perciò quale occasione migliore di questa comoda raccolta su Steam?
Pur essendo due parti dello stesso “libro”, Ys I e II sono però anche due giochi diversi, quindi li tratterò separatamente, iniziando da
[b]Ys I[/b]
La storia si apre con Adol, un giovane guerriero dai capelli rossi che naufraga su una terra sconosciuta dopo una tempesta (come in Link’s Awakening, sì) e come ogni eroe prescelto che si rispetti decide di ripulirla dai demoni che la infestano.
Giocandoci tre decenni dopo, l’impatto iniziale con il gameplay è straniante a dir poco.
Nonostante la classica visuale dall’alto e i nemici a schermo, Adol non attacca nel solito modo, premendo un pulsante per usare la spada o altro, bensì si deve schiantare fisicamente contro i nemici per arrecargli danno e farli esplodere in una nuvola di sangue. Ma attenzione, perché c’è una regola: sbattendoci addosso esattamente di fronte si subiscono danni, bisogna colpirli fuori centro, da un lato o da dietro. All’inizio è un macello, e allinearsi correttamente a nemici che non stanno fermi un attimo e di certo non ci danno le spalle è più facile a dirsi che a farsi.
Ben presto però ci si abitua e si inizieranno a falciare mostri uno dopo l’altro, fino a che non ci si scontra con un'altra meccanica forse comune in quegli anni ma di certo non adesso: le rigidissime “soglie” da superare.
Sì, è uno di quei giochi: alcuni nemici sono del tutto invincibili finché non si raggiunge un certo livello, oppure non si usa un equip specifico, boss compresi. Per esempio, siete di livello 4 e gli togliete un pixel di vita a colpo (oppure nessuno)? Livellate fino al livello 5 e per assurdo potreste pure togliergli 1/3 di vita a ogni schianto. Stesso discorso per le armi, se non li scalfite nemmeno spesso è sufficiente comprare quella di categoria superiore per distruggerli.
La progressione non ha molto senso e non è sempre facile capire se stiamo sbagliando qualcosa o se basta livellare, e contro i boss è ancora peggio: prima di affrontarli è impossibile sapere se si sarà in grado di batterli con il livello/equip attuale, perciò non rimane altro che morire e riprovare dopo. Non aiuta il fatto che durante questi scontri non sia possibile cambiare equip, nemmeno gli anelli passivi oppure qualcosa per curarsi, si entra nella stanza con quello che si ha equipaggiato e basta, il menu si disabilita.
Ys I però non complica troppo le cose: è possibile salvare in ogni momento, il livello massimo è 10 (sì, ben 10!) che si raggiunge molto prima della fine, e ci sono letteralmente tre tipologie di armi in croce – e altrettanti scudi e armature.
Lo stesso mondo è molto limitato, con giusto tre o quattro aree da visitare, pochi NPC, un paio di dungeon e un lungo e intricato labirinto finale abbastanza tedioso che occupa metà gioco solo lui.
Essendo un titolo così vecchio, si porta dietro anche una certa cripticità delle azioni da compiere: a volte non è ben chiaro come proseguire, in che modo usare certi oggetti e quando/dove, oppure se è necessario tornare indietro in un certo luogo senza motivo.
In quanto sostanzialmente “prologo” di Ys II, è pure molto breve e in 5-6 ore lo si porta a termine.
Graficamente è molto grazioso e si possono scegliere un paio di diverse versioni (cambiano i disegni dei personaggi e qualche altra cosa), i… tre temi musicali presenti sono orecchiabili – sentirete sempre quello dell’overworld in pratica – e ci sono anche alcuni filmati. Ma occhio, perché i moderni computer faticano a riprodurre video così preistorici, è facile che vi facciano crashare tutto. Nel caso, consiglio di disabilitarli nella configurazione di guardarseli su Youtube o nella cartella di gioco.
[b]Ys II[/b]
Ys II riparte esattamente dalla fine di Ys I, con l’eroico Adol che passa da una peripezia all’altra e da una terra sconosciuta all’altra. Non spoilero, ma sono praticamente due parti della stessa storia, divise per qualche motivo.
Il gameplay è più o meno lo stesso, ma con un’importante differenza: stavolta si può anche attaccare in diagonale per un colpo sicuro al 100%. Una rivoluzione – non sarà più necessario allinearsi perfettamente ai lati dei nemici, ma basterà prenderli in diagonale per farli a pezzi senza rischi.
Oltre a questo, Adol ottiene finalmente delle magie e una barra del mana: dalla palla di fuoco al teleport in città, fino alla trasformazione in un piccolo demone (Roo), saranno tutte fondamentali per arrivare alla fine. Molti boss saranno poi vulnerabili solo al fuoco, e non sarà più necessario cercare qualche apertura tra i proiettili per sbatterci contro come in Ys I.
Dove però Ys II brilla di luce propria è in tutti gli aspetti che rendevano Ys I sì un titolo piacevole, ma ancora molto grezzo e limitato. A partire dal mondo di gioco, stavolta decisamente più grande e ricco, con molte aree diverse e parecchi oggetti da recuperare.
Anche i numerosi NPC fanno un enorme salto di qualità, con decine di dialoghi unici ciascuno a seconda delle situazioni (potete regalargli fiori o altre cose per ricevere consigli o oggetti, e provate a dargli fuoco con la magia!) e, cosa che finora non avevo mai visto in nessun titolo simile, anche [i]tutti i mostri del gioco[/i] hanno almeno un dialogo se gli si parla trasformati in Roo. Intendo proprio [i]tutti[/i] i singoli mostri sulla world map, e sono tanti.
Questo risolve anche il problema della relativa cripticità di Ys I. Siete bloccati? Parlate con la gente, potrebbero dirvi come proseguire. Nessun umano è d’aiuto? Beh caspita, allora parlate coi demoni, se non sanno loro cosa stanno tramando i loro capi o dove hanno imprigionato qualcuno, chi altri?
Non tutti forniscono consigli utili, e alcuni dialoghi virano sulla meta-narrazione (“Non ho niente da darti, non sono come gli altri NPC.”), ma vale davvero la pena perdere un po’ di tempo per approfondire questo divertente aspetto che potrebbe sfuggire ai più sbrigativi.
La gestione dell’equipaggiamento rimane abbastanza simile come quantità di armi e armature, mentre il livello massimo non è più 10 bensì 50+ (le statistiche cappano a 50 ma si può salire oltre per fare più danni agli ultimi boss). L’invincibilità dei nemici fino al raggiungimento di “soglie” da superare rimane invece praticamente invariata, così come la malsana idea di avere un’area finale immensa e intricatissima da percorrere di qua e di là cento volte per gli incarichi più svariati. Perlomeno come Roo i nemici non attaccano, ma si consuma ugualmente mana.
Graficamente non è troppo diverso da Ys I, con giusto qualche effetto più scenografico (zampilli di lava e simili), ha però un’OST più lunga, curata e piacevole e ottimi filmati all’inizio e alla fine – per i quali vale lo stesso discorso di prima, se fanno crashare il gioco disabilitateli.
Anche la durata è più che raddoppiata, arrivando tranquillamente sulla dozzina di ore e oltre, se vi mettete a fare alcune attività secondarie o a parlare un po’ con tutti.
Insomma, una buona introduzione alla serie che mi ha invogliato ad averne ancora. Se riuscite a superare alcuni scogli come un combat system particolare e una certa rusticità di certi aspetti (sono pur sempre giochi di 30 anni fa), sono senz’altro consigliati.
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