Tempo di gioco:
9118 minuti
Se, come me, venite da Ys I&II, l’impatto con Ys Origin (dei quali è il prequel) è a dir poco straniante.
Essendo ambientato secoli prima, presenta un cast di personaggi inedito e il ginger Adol non si vede da nessuna parte. In secondo luogo, non è più un vecchio rpg con visuale dall’alto, bensì un action in 3D con un sistema di combattimento veloce e reattivo, senza più quell’assurdità di dover “sbattere” contro i nemici come nei primi giochi. No, qui si menano fendenti, si salta, si sparano magie e ci si arrampica persino sui boss per colpirne i punti deboli – anche se i salti in profondità rimangono un po’ imprecisi, è pur sempre un gioco del 2006.
Un’altra grande differenza è che tutto il gioco è ambientato nella Torre, che già aveva occupato tutta la seconda metà di Ys I e che speravate davvero di non vedere più. Quindi niente esplorazione all’esterno, niente villaggi o quant’altro: il gioco si snoda solamente all’interno della Torre coi suoi vari piani a tema, per salire fino in cima dove una vecchia conoscenza sta pianificando qualcosa di terribile.
Come detto è un prequel, ma ha molti punti in comune con i primi due capitoli della serie. I due protagonisti, Yunica e Hugo, sono discendenti delle casate già sentite nominare in Ys Iⅈ le dee gemelle Reah e Feena sono le stesse e anche tra le file nemiche c’è qualche volto conosciuto.
Ys Origin infatti vuole omaggiare a modo suo il primo capitolo, riproponendone quasi tutti i boss in una rinnovata veste 3D con battaglie rivoluzionate, così come alcune sezioni già viste nella Torre di Darm in Ys I.
Potremo perciò scegliere se affrontare l’avventura (abbastanza lineare e non lunghissima, sulle 8-10 ore la prima volta) con Yunica, la ragazzina incapace di usare la magia ma brava con l’ascia, oppure con Hugo, il talentuoso mago che spara proiettili. Ciascuno affronterà gli stessi piani, più o meno gli stessi boss, sbloccherà le stesse abilità (doppio salto, corsa ecc.), ma avrà una propria storyline indipendente. Terminate le due storie, però, ecco la sorpresa: c’è un terzo personaggio con cui poter giocare, già intravisto nelle altre run. Finendo il gioco anche con lui, con il suo moveset veloce e inedito e boss differenti, si avrà il vero true ending.
La rigiocabilità è quindi garantita e incentivata anche dalle diverse difficoltà (Da Very Easy a Nightmare), sebbene gran parte della Torre sia praticamente identica per tutti e tre i protagonisti e a una certa potrebbe venire a noia dover rifare sempre le stesse sezioni. Oltre a ciò, si sbloccheranno poi altre modalità come l’Arena in cui affrontare ondate di nemici o l’impegnativa Boss Rush, nonché un negozio in cui comprare (coi punti ottenuti nell’Arena) versioni alternative dei personaggi e, perché no, un ulteriore personaggio “cameo” da poter usare però solo nella Boss Rush.
Graficamente è molto pulito e preciso, con begli effetti e tante opzioni da poter configurare (nel launcher apposito), anche se – come i primi giochi – i filmati potrebbero dare qualche problema ai PC moderni. Sono giusto un paio, all’inizio e alla fine, ma se proprio crashano, disabilitateli e guardateli dalla cartella. Menzione d’onore invece per la colonna sonora, davvero riuscitissima e con alcune tracce epiche e memorabili.
Un prequel, quindi, che pur essendo uscito molti anni dopo (e dopo diversi altri capitoli della serie, almeno nella loro versione originale) rivoluziona la formula di gioco in favore di un gameplay più immediato e scattante, con personaggi riusciti e una trama interessante – specialmente col terzo personaggio. Straconsigliato se Ys I&II vi sono piaciuti nonostante la loro arretratezza.
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