Statistiche e grafici di Paper Trail

Non ho parole. Questo gioco è incredibile. Ho giocato molte avventure di genere puzzle/rompicapo, ma qui ho trovato qualcosa di assolutamente nuovo ed estremamente piacevole, che mi ha sorpreso non poco. Partiamo con una breve premessa assolutamente doverosa, che serve a chiarire meglio il contenuto di Paper Trail. Qui non ci sono game over, non esistono vicoli ciechi o fini premature, non rischierete mai la vita e non troverete alcuna sorta di pericolo. Il gioco, per quello che spiegherò meglio nelle prossime righe, è meditativo e finalizzato unicamente al ragionamento. A meno che non vogliate ottenere l’obiettivo di terminare l’avventura in meno di quattro ore, avrete tutto il tempo che vorrete per trovare – letteralmente – la via che vi farà avanzare verso la conclusione; anche la musica è interamente finalizzata a ciò e contiene brani lenti, pacati, rilassanti e assai adatti a mantenere quella serena calma interiore che vi aiuterà a restare sereni mentre cercherete le varie soluzioni che vi saranno richieste. Consiglio l’acquisto della musica anche come DLC a parte… quando è in sconto. La storia – senza fare troppi spoiler – non è niente di eccezionale. Per quanto ci sia una sorta di avventura di fondo e dei misteri che saranno risolti, spiegati e compresi meglio lungo il tragitto, il viaggio della protagonista e le sue motivazioni servono quasi unicamente per fornire un pretesto che motivi il passaggio attraverso i vari scenari di gioco. Ed è qui che inizia la vera novità di Paper Trail. Non ci sono oggetti da trovare, combinazioni di items da effettuare o scelte di dialogo che possano aprirvi certe vie o facilitarvene altre: qui l’obiettivo è piegare l’ambiente circostante come un foglio di carta. Ebbene, sì. L’idea alla base è quella dell’origami. Spesso infatti la protagonista dovrà raggiungere diverse zone dello scenario che, per come si presenta, non sono accessibili. I fogli di Paper Trail sono però disegnati su due lati, pertanto le varie pieghe faranno sì che ciò che era dietro passi davanti, mischiando così le due immagini; piegando in questa maniera il mondo circostante, ecco che appariranno nuovi itinerari in grado di farci raggiungere la meta agognata. Le pieghe possono avvenire lungo l’asse orizzontale, verticale o diagonale… e posso garantire che non è affatto facile! A completare il tutto si aggiungono statue da spostare – atte a liberare la strada, ma anche a permettere le pieghe del foglio, cosa che non può avvenire se ci sono oggetti che impediscono le varie azioni –, tessere del domino da abbinare – per aprire nuove vie quando il numero delle due estremità è il medesimo – e leve da azionare… giusto per conferire quel pizzichino di avventura in più! Per fortuna, qualora finiste letteralmente “incartati” nel ragionamento, un sistema di aiuti vi permetterà di scoprire una o più pieghe utili a sbloccare l’intoppo… e anche così non sarà semplice! Il livello di sfida diventa sempre più impegnativo con il progredire dei livelli di gioco, ma per fortuna non è mai impossibile. Ciò non significa che non suderete. Suderete tanto, ma ne varrà la pena! Il comparto grafico, a prima vista, non pare nulla di eccezionale o di mai visto, ma poi la percezione cambia e lo si apprezza sempre di più. I colori sono vividi e intensi, i personaggi disegnati come pallide bamboline dalle guance rosse su riquadri di carta che ricordano opere artistiche realizzate ad acquerello, con qualche sfumatura ad olio che non guasta mai. La protagonista non parla durante l’avventura (se non nelle scene narrative tra un livello e l’altro), ma in compenso il resto delle comparse lo faranno al posto suo tramite un linguaggio spassosissimo, formato quasi unicamente dalle cinque vocali precedute dalla consonante b oppure d. Immaginatevi quindi che sorta di frasi potremo mai avere! All'infuori di queste battute tanto insolite, del rumore delle statue che si spostano, delle pietre che rotolano o delle leve che vengono azionate, a dominare è la pacifica musica di sottofondo, sempre presente ma mai invadente. Non ci sono suoni acuti o tintinnii che vi avvertono quando l’enigma è stato risolto… solo il piacevolissimo suono della carta che si piega. Ci sono due grossi limiti che, a mio modesto avviso, possono essere imputati a Paper Trail. Il primo è che chi per natura è avvezzo a questo genere di enigmi potrebbe finire il gioco in tempi assai brevi; il secondo è che, una volta terminato, difficilmente vi tornerà voglia di riprenderlo. Del resto, quando già si conoscono le soluzioni, gran parte del divertimento è già sfumato in partenza. Questo purtroppo è il destino di molti – non tutti – giochi di genere rompicapo… ma almeno qui abbiamo un tipo di dinamica che non si è mai vista. Ecco perché gli appassionati del settore, e chiunque voglia sperimentare qualcosa di assolutamente nuovo, non devono assolutamente lasciarsi sfuggire questa perla rara non appena il suo costo si abbassa almeno della metà.