Tempo di gioco:
4660 minuti
[h1]Veloce come un Kamehameha: Il Gioco che Brillò e Sparì[/h1]
[i]La sola esistenza di Dragon Ball ha, inconsciamente, cambiato la vita di un sacco di persone.[/i]
Per me, Dragon Ball era un appuntamento fisso dopo pranzo. Il motivo per cui correvo a casa era uno solo: non perdere neanche un episodio. Era l’argomento di discussione nei cortili della scuola ed era la cosa più "cool" che esistesse. Eravamo ossessionati da un anime che, in realtà, veniva ritrasmesso per la millesima volta, ma ai nostri occhi di bambini sembrava la prima messa in onda. Sembrava troppo moderno, troppo avanti, per farci credere che avesse già vent’anni sulle spalle. Dragon Ball ha cresciuto più generazioni di quanto si possa immaginare. È un filo conduttore, una passione condivisa che unisce ancora oggi persone molto diverse.
Per onorare Dragon Ball ci riempivamo la vita di oggetti: figurine, giocattoli, costumi di carnevale… e ovviamente, videogiochi. Io da piccolo giocai a diversi titoli della serie, ma non a quelli della saga che in Occidente conosciamo come Budokai Tenkaichi. Non avendo una PS2, saltai completamente quel periodo. Mentre i miei amici ne parlavano con entusiasmo, io dovevo accontentarmi di immaginarlo attraverso le loro parole. Sono passati tanti anni. Oggi non parlo più di Dragon Ball così spesso, ma ogni volta che qualcuno riaccende quella scintilla, riemergono ricordi e nostalgia come un vaso di Pandora che si spalanca.
Quando è stato annunciato Dragon Ball: Sparking! ZERO, il cuore ha avuto un sussulto. Il ritorno di una saga mitica, a distanza di 17 anni da Budokai Tenkaichi 3, un titolo che per molti rappresenta la perfezione del genere. Non era solo nostalgia: era una vera e propria attesa, carica di speranze, sogni e voglia di rivivere quel caos meraviglioso di botte e urla che ci aveva accompagnato da bambini.
[h2]Un Ritorno Leggendario[/h2]
Lanciato l’11 ottobre 2024, Sparking! ZERO si è subito presentato come un colosso: più di 180 personaggi giocabili, provenienti da tutte le saghe, compresa Super, e numeri da capogiro con picchi di oltre 10 milioni di giocatori. Un evento globale, una vera festa per i fan. L’Unreal Engine 5 ha reso giustizia all’universo di Toriyama come mai prima d’ora: effetti spettacolari, animazioni curate nei minimi dettagli, e combattimenti che sembrano usciti direttamente dall’anime.
Ma la magia, purtroppo, è durata poco.
[h2]Per chi non conosce Sparking[/h2]
Per chi non conoscesse la serie Budokai Tenkaichi, o meglio Sparking, come viene chiamata in Giappone, si tratta di una saga di picchiaduro 3D in cui ci si lancia in battaglie epiche tra i personaggi dell’universo Dragon Ball.
Quello che ha sempre distinto questa serie da tutte le altre è stato il multiplayer locale: frenetico, vario e pieno di personaggi completamente diversi tra loro. Una vera arena da divano, da vivere con gli amici tra urla, vendette e risate.
Sparking! ZERO riprende quel DNA, lo evolve e aggiunge una nuova campagna single player, un comparto online competitivo e persino una modalità di creazione livelli. Un'eredità pesante sulle spalle, ma anche una promessa: farci tornare bambini, almeno per un po’.
[h2]Campagna: La storia dei Saiyan[/h2]
Incredibile ma vero, anche stavolta possiamo rivivere le avventure di Goku e dei suoi amici. Lo so, è già successo in decine di giochi su Dragon Ball, ma da un titolo della serie Sparking sarebbe strano aspettarsi qualcosa di diverso. In questo capitolo, però, c'è un’aggiunta interessante: anche momenti tratti da Dragon Ball Super, mai visti nei capitoli precedenti, ma questo non bastava. Dopo le novità introdotte in Xenoverse serviva qualcosa di nuovo. Quante volte ci siamo chiesti “e se fosse andata diversamente?” Il gioco ci fa proprio questo regalo: rivivere le stesse vicende, ma con due novità. La prima è la possibilità di seguire la storia da più punti di vista: Goku, Vegeta, Gohan e altri (che non vi spoilererò) hanno percorsi narrativi propri, che si intrecciano. La seconda, e più intrigante, sono gli eventi alternativi e i finali non canonici: e se i buoni avessero fallito? Se i cattivi avessero vinto?
Non aspettatevi ramificazioni complesse stile Baldur’s Gate, ma ci sono alcune sorprese piacevoli. Io mi sono impegnato per scoprirle tutte...ma confesso che avrei voluto un po’ più di coraggio. Alcuni “What if” restano troppo vicini alla trama originale, e potevano osare molto di più. Diciamocelo, in fondo tifiamo un po’ tutti per i cattivi.
[h2]Multiplayer e Gameplay[/h2]
Io sono sempre stato più da single player, ma qui è impossibile ignorare l’anima multiplayer del gioco. Locale o online, questo è un titolo pensato per lo scontro tra giocatori. E quando si gioca online... non si scherza. Le partite diventano battaglie epiche, ma anche fonte di frustrazione. Perfino i legami più forti rischiano di rompersi dopo una sfida finita male.
Il sistema di combattimento non è affatto banale: ogni personaggio ha combo e peculiarità proprie, e con oltre 180 combattenti, padroneggiarli tutti è una sfida da vero saiyan. Non è il solito picchiaduro dove puoi spammare tasti a caso: servono riflessi, memoria, e una buona dose di allenamento.
C'è una modalità addestramento ben fatta, e grazie a quella sono riuscito a passare da "saibaman" a qualcosa di più decente. Ma il divario tra chi gioca casualmente e chi si butta nel competitivo si sente.
E anche se la CPU può sembrare tosta, nulla è più umiliante di essere asfaltati online da un perfetto sconosciuto che con Broly ti fa volare per 20 minuti senza toccare terra.
Sul fronte offline però, qualche delusione c’è. All’inizio c’era una sola mappa disponibile per il multigiocatore in split screen, e nonostante aggiornamenti e patch, certe limitazioni restano inspiegabili.
Ma soprattutto: non si possono più creare tornei in locale. Nei vecchi giochi si poteva. Qui, no. Serve carta e penna. Ed è un peccato enorme, perché per un gioco così, il “Torneo del Potere” tra amici è parte dell’esperienza.
Online, invece, il matchmaking a volte è spietato. Salire di grado è dura, e il bilanciamento tra personaggi è... rivedibile. Alcuni sono obiettivamente troppo forti, e non c'è molto che tu possa fare.
[h2]Modalità Crea, Gioca e Condividi[/h2]
Una delle novità è la possibilità di creare i propri livelli: scenari personalizzati, personaggi a scelta e qualche elemento narrativo preimpostato per costruire piccole “storie”.
Sulla carta, è un’idea interessante. Si possono creare scontri divertenti, tipo Broly contro Crillin, oppure ricostruire battaglie canoniche non presenti nel gioco base.
Ma alla prova dei fatti, la modalità è limitata e realizzare qualcosa di coinvolgente è complicato. Troppo macchinosa, troppo artificiosa. Un’occasione mancata, o forse solo un esperimento acerbo.
[h2]Conclusione[/h2]
Sparking! ZERO ha segnato il ritorno di un genere, all’uscita ci ha conquistati, ci ha fatto tornare bambini, e per un po’ ha brillato come pochi altri. Ma quella fiamma si è spenta in fretta.
Da titolo più atteso dell’anno a dimenticato nel giro di poche settimane: dieci milioni di giocatori svaniti quasi nel nulla. Eppure il gioco funzionava, i contenuti c’erano, i DLC pure. Cos’è andato storto? Forse il multiplayer mal calibrato, le poche modalità, o semplicemente il fatto che oggi tutto corre troppo veloce per durare.
A me, sinceramente, dispiace. Oggi, con un nuovo DLC appena uscito, online ci sono solo 1.500 persone. Da oltre 100.000 nei primi giorni.
Nonostante tutto, sono felice di averlo giocato. E ogni volta che ho amici a casa, provo a trascinarli in qualche match. Perché sì, anche con i suoi limiti è davvero un gran bel gioco. Le mosse, le animazioni, il feeling: è Dragon Ball puro.
Non so se questa recensione vi sarà utile, ma so una cosa: se mai dovessi ritrovarmi chiuso in casa per una pandemia o un’apocalisse zombie… lo reinstallerei.
Scherzo. Non l’ho mai disinstallato.
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