Recensioni di Mokoko X

(--->Se non ti interessa la premessa narrativa, puoi leggere direttamente la recensione tecnica arrivando alla prossima freccia tra parentesi) Vi era un periodo, venti e passa anni fa, in cui andare in vacanza equivaleva a prendere le valige, caricare tutto sulla roulotte e passare l'estate in un campeggio sperduto della Calabria con tutta la famiglia. E la vacanza non durava pochi giorni, ma settimane, se non addirittura (come nel mio sciagurato caso) l'intero trimestre estivo. Essendo già all'epoca un piccolo cucciolo di Nerd, queste mostruose permanenze lontani da casa erano una vera e propria sopravvivenza: stare al mare, fare casino con l'animazione e la disco serale non mi interessavano; di contro, tutte le forme di intrattenimento interessanti erano fuori dal mondo. Tutti i giochi stavano giustamente a casa, e raramente riuscivo a portarmi dietro uno o due giocattoli che riuscivano ad eludere l'implacabile dogana che era mio padre; essendo poi fan accanito di "Art Attack" e de "L'Albero azzurro", tutti quegli oggetti utili ad autocostruirsi giochi, che nella quotidianità dai per scontati (penne, colori, quaderni eccetera) nella realtà campestre erano rari e preziosi. A salvarmi dalla castrazione per rottura dei cosìdetti, c'erano soltanto due forme di intrattenimento: -Tentare di accedere al magazzino riservato dell'animazione e riuscire così a saccheggiare il materiale succitato, e poter così sopravvivere qualche giorno a suon di disegni, giochi da tavolo di fortuna ed origami. Inutile dire che gran parte delle incursioni terminavano con la mano di una delle animatrici stampata su un lato della mia faccia prima, e la mano di mio padre stampata sull'altro lato poi... -Ammirare i nerd più grandi giocare ai cabinati; erano praticamente la televisione di molti bambini e ragazzi, e gran parte delle serate le passavamo ammassati attorno al giocatore abile di turno che riusciva ad arrivare lontano coi livelli. Ora, nutro un rapporto di amore nostalgico verso questi giochi (i cabinati, appunto) per una ragiona particolare: essendo all'epoca una capra a giocare, non potevo fare a meno di ammirare i giocatori più abili e pensare "cavolo, io non durerei nemmeno 10 secondi"; quindi, in un certo senso, è bello rivedere le meccaniche di questi giochi ritornare, offrendo così una rivincita. A questo giro, è il turno di Mokoko X. (--->Qui è dove inizia la recensione vera e propria) Molti giochi "astratti" dell'epoca, come quello sul quale si basa questo titolo, erano una sorta di anticamera del porno. All'epoca non esisteva il "qualcuno pensi ai bambini!" per cui ventenni, quattordicenni e bimbi ancora in fasce erano allegramente adunati attorno ad un cabinato sul quale appariva gradualmente una donna succinta. Mokoko X non è da meno; anche se, umilissima opinione, è la cosa meno interessante del videogioco; in tal senso, a chi la cosa può dar fastidio, offrono la possibilità di NON installare il DLC che permette di sbloccare i contenuti... ehm... "piccanti". Poi vabbeh, son giapponesi: hanno un senso del fetish che non rispetta le leggi euclidee, quindi preparatevi a vedere relazioni tossiche con treni, giroscopi ed altre cose che nemmeno la Rule 34 oserebbe accostare a cose sconce; e mi meraviglia che i personaggi siano tutti maggiorenni... Ma ora passiamo al gioco: in ogni livello dobbiamo affrontare un Boss e la rispettiva cricca di scagnozzi. Il "combattimento" è però particolare; invece del solito sparare, saltare in testa o fare combo da artrosi con i tasti, bisogna "mangiare" letteralmente lo spazio del livello, tracciando spazi quanto più ampi possibile e chiudendoli, bloccando porzioni sempre più grosse del livello. Si vince riuscendo a "mangiare" una certa percentuale dello spazio totale, a seconda della difficoltà impostata; la ricompensa, oltre all'ovvio passare al livello successivo, è quella di ammirare il personaggio di turno nascosto nello sfondo. Il nemico, ovviamente, è tutt'altro che difeso: se il tracciato viene toccato da un nemico o dai suoi attacchi a distanza, avrete pochi istanti per chiuderlo, prima di perdere una vita; di per sé, non c'è un final countdown a mettervi fretta; tuttavia, disponete di uno scudo speciale che si esaurisce nel tempo, ricaricandosi solo chiudendo porzioni del livello. Una volta esaurito lo scudo, sarete molto più vulnerabili: ai nemici basterà colpirvi\toccarvi anche lungo i bordi per togliervi vita, non solo colpendo i tracciati che tentate di chiudere. Si tratta di una meccanica semplice ma intrigante, molto più tattica di quel che non possa sembrare: avanzerete pezzettino dopo pezzettino, ottenendo però punteggio basso e rischiando di esaurire lo scudo, oppure ve la rischierete con un grosso tracciato (aumentando esponenzialmente le possibilità di venire colpiti)? e tenete conto che è possibile (anzi è assolutamente consigliato farlo) disegnare dei percorsi nei quali è possibile indirizzare i nemici in modo da eliminarli più facilmente... si, è inutile dire che un nemico chiuso all'interno di un tracciato viene eliminato. E come detto vi conviene farlo: sapete, tentare di raggiungere il 70% di livello bloccato può essere problematico, con Boss e cinque sgherri ammucchiati nell'unico angolo libero rimasto che schizzano su tutti gli angoli come pazzi. Il gioco, infine, non si fa scrupoli a mettervi in competizione con altri giocatori: una volta completato il livello, infatti, comparirà una classifica dei migliori giocatori. Ci sono in tutto 32 livelli (comprese le mega-battle, con gruppi da tre Boss!); una volta completati, potrete cimentarvi nella vera sfida che offre il gioco: l'Arcade mode, in cui dovrete farvi bastare tot vite per tutti i 32 livelli. Ah, e poi ci sarebbe una trama... Ma, tra chi è interessato al gioco, e chi alle tette, chissene.

Booooring, and childish artwork... Some hentai game is fun, other are sexy Mokoto is only boring

Praticamente è un "gals panic" in versione restaurata. La grafica è molto curata e japan ma la giocabilità non mi ha convinto a pieno perchè spesso lo schermo è troppo pieno di nemici e il personaggio troppo piccolo. Alla lunga stanca per la ripetitività. Ma nel complesso è un gioco carino.