Recensioni di Haunting At Cliffhouse

Non sarà un capolavoro, non entrerà nella storia delle avventure grafiche, ma se vi piace il genere e le storie di fantasmi di stampo gotico classico, mi sento di consigliarvelo. Ciò che lo distingue da più recenti prodotti "in serie" , magari con maggiore appeal apparente, ma che alla fine possono stancare (vedi una certa inflazione di titoli derivativi o latamente assimilabili, quali gli HOPA) è la sincera genuinità del confezionamento. E' un prodotto fatto col cuore, con passione autentica; lo si ravvisa in spirito persino in tralice ai suoi esiti alterni. E' immersivo, ha la giusta atmosfera, i fondali a mio parere sono belli ed evocativi. Raramente poi, leggerete ovunque, cliccando su una statua di una hall di un albergo, pensieri sulla volatilità dell'esistere o, ancora, spunti di approfondimento storico sulla porzione interessata di territorio. Sono cose che ora si tende a bandire nel timore di appesantire la "fluidità" casual-friendly dell'esperienza (ovviamente salvo illustri esempi contrari in zona Boakes o il fortissimo hype per Saint Kotar). Ecco, appunto: qui l'intento - o l'ambizione - è ancora, "vintage-mente", organico, non casual. E' a sussistere in perseguimento consapevole "il calore" e la volontà di trasmetterlo. I puzzle non sono certo frustranti, sono skippabili o rinviabili a piacere. Un certo indulgere emozionale farà piacere al gusto femminile. Bug non ne ho riscontrati. Se avete delle riserve e non siete inclini a una fruizione "diacronica", cioè che prende atto dei limiti tecnici temporali puntando al valore, potete attenderlo in sale. Io, francamente, sono felice di questa sua inaspettata nuova vita distributiva e ho pagato volentieri il prezzo pieno - peraltro non salassante - nella segreta speranza che lo sviluppatore riprenda a creare nelle medesime coordinate ideali, pur aggiornandole in mezzi e opportunità. E anche in crescita. Più che discreto. Sicuramente gradevole.