Recensioni di The Signifier Director's Cut

Un’avventura Cyberpunk, anche se non viene categorizzato come tale, ne ha tutte le caratteristiche: megacorporazioni, intelligenza artificiale, informatizzazione delle memorie oggettive e soggettive. The Signifier riesce nella difficile sospensione dell’incredulità, nonostante i temi siano così fantascientifici, ci si dimentica che i personaggi sono di fantasia e non reali, si viene coinvolti nella storia della persona che viene assassinata all’inizio del gioco: Joanna un capo di un’azienda informatica che sta sviluppando una intelligenza artificiale evoluta in grado di interconnettere memorie oggettive e soggettive. L'investigazione dell’accaduto si svolge appunto nella copia informatica dei suoi ricordi e delle sue emozioni, un viaggio affascinante che inizia nel mondo interiore di una persona, dei suoi affetti, dei suoi rammarichi, e finisce in un mondo che collassa per le ambizioni e gli interessi dei singoli. The Signifier ha un'estetica d’effetto, inquietante, labirintica, che si alterna tra realtà e mondo e mondo interiore, a volte commovente a volte angosciante. Come in una storia di fantasmi, qualcosa non quadra, non sembra possibile o logico, e alla fine scopriamo che quel fantasma esiste sul serio. Intelligente, accattivante, ricercato. Probabilmente non adatto a chiunque, ma solo alle persone riflessive, che hanno interesse ad indagare, a leggere, ad esplorare, ad ascoltare con attenzione. L’unico difetto sono i crash occasionali, probabilmente dovuti a problemi di buffering, niente che non sia sormontabile, il gioco è così appassionante da poter tralasciare questo problema.