Tempo di gioco:
286 minuti
Uhm, ecco qualcosa di un po’ diverso dal solito.
In questo walking sim a tinte horror con qualche enigma siamo un prete accusato dell’omicidio di alcuni bambini. Seguendo la voce di uno di questi, dovrà cercare indizi della propria innocenza, tra visioni mistiche, possessioni demoniache e curiose apparizioni. È colpevole o è tutto un trucco del Diavolo?
Premessa: è un gioco di sviluppatori romeni ambientato in Romania, quindi se avete già esperienza con i videogiochi dell’est Europa sapete che genere di storie a lieto fine aspettarvi.
Sebbene Gray Dawn inizi in una specie di canonica apparentemente funestata da strane visioni, piaghe d’Egitto, sangue che sgorga da ogni dove e un’allegra musica natalizia, diventa ben presto un viaggio allucinatorio di questo prete attraverso “porte” che conducono in altri luoghi, dove man mano cercherà di ricostruire la verità.
Gran parte dei simbolismi, dei rituali e dei luoghi pseudo-mistici che si visitano pare si possano ricondurre alla religione ortodossa con i suoi santi e le sue icone, ma non essendo molto pratico dell’argomento, da un certo punto in poi ho iniziato a perdermi. Perché succede questo? Chi è questa gente? Che rito si sta officiando? Quelli sono abiti tradizionali? Questo è vero o se lo sono inventato? Tutta la storia e i luoghi che il prete visita sono chiaramente allegorie di quella religione (e non solo, ci sono diversi rimandi anche all’alchimia perché…sì), ma mancandomi i riferimenti culturali non saprei interpretarle al meglio.
Comunque la trama si capisce abbastanza, ma va sottolineato che il gioco è tutto in inglese (sia doppiaggio che sottotitoli), quindi tenetene conto. Gli enigmi non sono molti e più che altro “usa questo con questo”, ma alcuni prevedono la corretta impostazione di leve o valvole che non vengono suggerite da nessuna parte, o al limite in una vaga linea di dialogo (non ripetibile). Se alcuni hanno una certa logica e delle “istruzioni”, per altri si fa prima a provare a caso tutte le possibili soluzioni fino a imbroccarla. Niente che porti via troppo tempo, ma poterci arrivare da soli sarebbe stato meglio.
Gli scorci sono molto belli, gli effetti di luce e i riflessi sull’acqua fanno un figurone, mentre i modelli umani sono un po’ più generici e abbozzati.
Dura sulle 4 ore e ha due possibili finali in base a degli oggetti raccolti, ma se si esplora bene non è difficile trovarli. A volte non è molto intuibile cosa fare per proseguire, ed essendo un walking sim non ha molta azione e si cammina abbastanza lentamente, ma i paesaggi sono belli e ha delle trovate e soluzioni grafiche curiose. Alcuni improvvisi scoppi di blasfemie e oscenità che sembrano prese da Grezzo2 potrebbero turbare i più sensibili, ma almeno qui ci sono per un motivo – anche se non sempre chiarissimo.
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