Tempo di gioco:
215 minuti
[h1] Morphine: interessante idea, pessima realizzazione [/h1]
[i] Morphine [/i] è un indie horror che narra le vicende di Peter, un ragazzo emaciato, goffo e insicuro, che è perpetuamente bullizzato dai compagni di classe, in particolar modo da Ted, e mortificato tenacemente dalla famiglia. Tali ostinate umiliazioni sono il terreno fertile per intraprendere un viaggio psichedelico nella mente devastata di Peter. Questo percorso perturbante ha come principale protagonista un coniglio rosa antropomorfo, che ricorda terribilmente Frank, del film “Donnie Darko”, che, a differenza di quest’ultimo, ha un atteggiamento sadico e talvolta nonsense/comico, piuttosto che esistenzialista come nel film.
La storia è abbastanza interessante ed è narrata in maniera quasi decente, tuttavia il comparto tecnico fa acqua da tutte le parti: bug e glitch ovunque e grafica non curata. Le mie aspettative non erano esagerate ed ero ben disposta a chiudere un occhio, visto il prezzo irrisorio. Il problema inizia a sorgere quando Morphine diviene ingiocabile e necessita di un restart, perché magari i comandi non rispondono, c’è un black screen, oppure sei catapultato in una realtà diversa da quella stabilita dal gioco e il protagonista non può muoversi in nessuna direzione. Insomma, diviene frustrante, persino per un gioco che hai pagato poche decine di centesimi. Nel complesso l’opera appare un prodotto rozzo, grezzo. L’idea alla base è particolarmente interessante, ma il lavoro complessivo è troppo raffazzonato: avrebbe potuto essere potenzialmente un’opera alla Egon Schiele, alla Franz Kafka, invece si riduce ad essere un giochino a tratti frustrante perché i comandi non rispondono, con una trama interessante ma non spiegata adeguatamente. Potenzialmente avrebbe potuto essere un profondo horror psicologico, concretamente non lo è. Concretamente vale i soldi per cui ho speso, ed è l’unica ragione per cui, nel bene e nel male, lo consiglio, anche se con riserva. Ci sono troppi buchi di trama, troppi errori, non solo tecnici, ma anche concettuali. Anzitutto, perché c’è scritto che è un FPS nella descrizione del gioco? Ma dove? Ma in quale galassia e in quale universo? Il gameplay è ridotto all’osso con i classici WASD per muoversi e giusto il tasto F per interagire con i pochissimi oggetti con cui si può interagire: definirlo minimale è poco. Il gioco è macchinoso, non fluido e si gioca con la paura che qualche errore di programmazione possa vanificarti la partita. Ma poi, vi sono errori grammaticali in inglese molto sciocchi e una confusione nei nomi non giustificabile. Sappiamo che Peter è il protagonista e Ted è l’antagonista; entrambi fanno molto cliché americano come aspetto estetico e modalità di interazione bullo/vittima, ma va bene. Verso la fine del gioco c’è uno switch dei nomi. Inizialmente si può pensare persino ad una svolta psichedelica, stile Far Cry 3 “you are me and I am you”, ma sarebbe stata una mossa troppo profonda per un gioco che è poco rifinito, incompleto e grossolano. È semplicemente un errore di distrazione, l’ennesimo di tanti.
Inoltre, ho trovato le, uhm, “cutscene” di una lentezza ammorbante. Non essendoci un doppiaggio (a mio avviso necessario), un minimo di movimento e non avendo la possibilità di skippare i dialoghi, stavo lì ad aspettare la fine di una cutscene che mi sembrava così interminabile che, con quel tempo a disposizione, avrei potuto andare a fare il caffè e pulire pure la tazzina. Ribadisco, non mi aspettavo chissà quale rifinitura, però tutti questi difetti nel complesso sono difficili da digerire ed è difficile godersi il videogioco. Inoltre, credo che il tema del bullying non sia stato gestito in maniera corretta. Nel gioco la frase “I’m not a loser” (non sono un perdente) compare ovunque al punto da desensibilizzarti notevolmente sulla causa perorata da Peter. Forse l’ossessione nei confronti di questo nomignolo -loser- è la scintilla che ha fatto scoccare la psicosi del protagonista, ma calmati bro, abbiamo capito.
Un’altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è il titolo stesso: Morphine, titolo del tutto fuorviante, a mio parere. La morfina è un alcaloide contenuto nell’oppio che ha un effetto analgesico, dunque anestetizza il dolore, ti rende più docile, mentre nel videogioco viene comparato ad un allucinogeno, ad un eccitante, tipo LSD o cocaina. L’errore sta già nel titolo e questo la dice lunga sul risultato raffazzonato.
[b] Pro del gioco: [/b]
+ Costo irrisorio
+ Trama discreta
+ Abbastanza spaventoso, c’è stato qualche jumpscare iniziale, soprattutto se si gioca con le cuffie ad alto volume
+ I rimandi costanti a Donnie Darko con trip psichedelici quasi comici: alla fine quel coniglio diventa praticamente un bestie visto che è onnipresente
+ Atmosfera disturbante
[b] Contro del gioco: [/b]
- Pieno di bug, programmato male, con una quantità notevole di errori tecnici
- Errori piuttosto impietosi nella traduzione inglese
- Mancanza di doppiaggio e lentezza delle “cutscene”, parecchio tediose
[b] Consiglieresti questo gioco? [/b]
È un ni. Oggettivamente no, soggettivamente sì. Propendo di più verso il sì solo perché il costo è veramente irrisorio, per cui l’asticella delle aspettative deve essere relazionata al costo effettivo del prodotto. E inoltre io amo i trip mentali e i conigli, soprattutto quelli creepy. Ce la fa per il rotto della cuffia.
[u] 5.8/10 [/u]
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