Tempo di gioco:
745 minuti
Bello da vedere, facile, halloweeniano (o timburtoniano? Solo che qui ci vorrebbe tanta fantasia), commovente, strutturato come una sit-com con un senso dell’umorismo tipicamente americano.
Sono le parole che userei per descrivere questo titolo.
Osservando gli screenshot in giro per Steam forse non ci si rende conto di cosa si avrà di fronte una volta avviato il gioco. È proprio così, quei pixelloni riempiono completamente lo schermo e su un “polliciaggio” importante fanno una certa impressione.
Tra le opzioni grafiche (e qui accenno all’humor di cui sopra) addirittura il giocatore viene preso in giro sulla qualità della grafica impostabile (e non solo in quella voce…).
Però quello che vedrete è bello: tutto ha uno stile impeccabile, ogni oggetto è ben rappresentato, i personaggi, sebbene senza volto, sono riconoscibili (e addirittura immaginerete gnocche dove forse non ce ne sono). Il tutto accompagnato da effetti di illuminazione bellissimi e scelte cromatiche commoventi con accostamenti e sfumature di colore magistrali. Ecco perché mi ha ricordato le atmosfere di Halloween.
E a questo si aggiunge il motivetto di apertura del gioco (e di chiusura delle missioni) che non riesco a togliermelo dalla testa, tanto è bello.
Dal punto di vista del gameplay, il gioco è una tradizionale avventura punta e clicca, con tanti NPC, un inventario e la possibilità di combinare oggetti, sia nell’inventario che nell’ambiente esterno.
Noi controlliamo un detective che ha il compito di risolvere casi di natura paranormale nella città di Twin Lake (i rimandi sono infiniti), aiutato nel suo lavoro da uno degli NPC-spalle più divertenti di sempre, l’agente di polizia Doley. Gli scambi di battute tra i due a volte sono epici, con Doley che ruba letteralmente la scena al protagonista. E non nascondo che almeno in un paio di occasioni sono scoppiato a ridere rumorosamente.
Non esistono spostamenti fisici con animazioni annesse: ogni schermata è quasi statica, vedrete solo qualche animazione quando un evento si mette in moto (peraltro sempre fatte molto bene), ma all’interno di ogni videata sia il nostro protagonista, sia gli altri NPC sono sempre fermi in un punto. L’unica cosa che muoverete è il puntatore del mouse (si può giocare anche con il pad ed è molto comodo, vista anche la dimensione degli hotspot e del puntatore stesso).
La difficoltà è davvero bassa: il gioco vi mette a disposizione tutti i mezzi per capire cosa bisogna fare (cioè, i protagonisti, nei momenti più oscuri danno indizi importanti, non vi sono walkthrough integrati), non ci sono tantissimi hotspot che confondono le idee e l’ampiezza delle aree di ogni episodio è sempre molto limitata (massimo una decina di stanze da visitare). È un gioco ottimo per rilassarsi, non per cercare sfide, anche se verso la fine mi sono bloccato per un po’ su un certo enigma.
Il titolo è strutturato come una sit-com a episodi che basa la sua essenza sull’humor sullo stile dei Sam & Max. Questo a volte è un problema a causa di tanti riferimenti alla cultura americana che a noi potrebbero sfuggire, ma anche a causa di dialoghi che a volte paiono totalmente incomprensibili, sia perché in effetti non fanno ridere, sia perché cercano di strappare risate forzate. Nel complesso però l’esperienza è molto piacevole. Ma qui devo lanciare l’allarme: il gioco è in inglese e si tratta di un inglese a volte piuttosto ostico con una miriade di giochi di parole. Fortunatamente avrete tutto il tempo di soffermarvi su certi passaggi e cercare di comprenderne il contenuto.
Gli episodi sono nove in tutto, di durata molto variabile (ce n’è uno che dura pochissimi minuti, mentre alcuni si prendono la loro bella oretta o più). I primi 6 sono accessibili subito, mentre gli ultimi tre solo quando arriverete quasi alla fine, sbloccabili dal menù delle opzioni.
E proprio come una sit-com, non esiste una trama di fondo che accompagna gli eventi verso una conclusione: si tratta di casi isolati, che però hanno il pregio di fare affezionare il giocatore ai protagonisti e di aggiungere sempre più tasselli ai loro rapporti, tanto che arriverete all’ultimo episodio con un finale… aperto. Che sicuramente verrà affrontato nel seguito The Darkside Detective: A Fumble in the Dark, che prossimamente inizierò. Perché ho usato la parola commovente nel primo paragrafo? Perché vi affezionerete a Doley e alla fine vi commuoverete. Anche se alla fin fine avrei apprezzato un filo narrativo di sottofondo più corposo (qualcosa sembra esserci in riferimento al mondo dell’aldilà, ma solo accennato), anche perché la lore è potenzialmente interessantissima.
Il mio counter segna 12.4 ore di gioco, anche se in realtà penso che nette siano state una decina, quindi il titolo non è nemmeno troppo corto al prezzo a cui viene venduto. Se lo trovate in sconto fate anche bingo.
Consigliato.
7.0/10.
👍 : 6 |
😃 : 0