Recensioni di Ultionus: A Tale of Petty Revenge

Gioco assurdo e senza senso come pochi. Altamente sconsigliato.

[i]Ultionus: A Tale of Petty Revenge[/i] ha rappresentato per me un’amara delusione. In quanto patito di Barbarella (e di Stella Star, Galaxina ecc.) e dei videogiochi degli anni Ottanta e Novanta l’idea di un titolo come questo non poteva non conquistarmi subito. Ma se dal punto di vista concettuale, grafico e musicale [i]Ultionus[/i] è impeccabile e davvero degno di lode, ogni impressione favorevole crolla non appena entra in scena il gameplay. Proprio qui, infatti, ho riscontrato una serie di limitazioni arbitrarie che, se singolarmente non costituirebbero un problema, una volta sommate assieme rendono il gioco lento, goffo e quanto mai frustrante. Tali limitazioni sono: – La lentezza di movimento della protagonista, Serena S; – L’impossibilità di muoversi e aprire il fuoco nello stesso momento; – L’impossibilità di sparare verticalmente, ma solo di fronte a sé o in linea obliqua; – L’angusta schermata di gioco; – La limitata cadenza di fuoco della pistola a raggi; – Lo spawn infinito e incalzante dei nemici, alcuni dei quali pure alquanto veloci. Sono certo che i giocatori più tosti e determinati ad affrontare qualsiasi sfida si sbellicheranno dalle risate leggendo le mie critiche. Sono altresì consapevole che molte delle limitazioni elencate sono presenti in numerosi videogiochi del secolo scorso di cui [i]Ultionus[/i] rappresenta un chiaro omaggio. Ciò nondimeno continuo ad avere l’impressione che un simile gameplay, più che votato a un’esperienza di gioco hardcore, sia semplicemente mal congegnato. È per questa ragione che, seppure a malincuore, mi vedo costretto a sconsigliare [i]Ultionus: A Tale of Petty Revenge[/i], a meno che, naturalmente, non lo vogliate provare con mano, magari a prezzo scontato.