Recensioni di Geneforge 5: Overthrow
Geneforge 5: Overthrow è un'avventura indie fantasy con elementi da gioco di ruolo, ed è l'ultimo capitolo dell'epica saga Geneforge. Ritorna nel mondo degli Shapers per l'ultima volta. Esplora un vasto mondo devastato, crea e organizza la tua armata di strani e potenti mostri, e scegli chi aiutare e portare alla vittoria.
ID applicazione | 201010 |
Tipo di applicazione | GAME |
Sviluppatori | Spiderweb Software |
Publisher | Spiderweb Software |
Categorie | Giocatore singolo |
Generi | Indie, Strategia, GDR |
Data di uscita | 1 Nov, 2008 |
Piattaforme | Windows |
Lingue supportate | English |

1 Recensioni totali
1 Recensioni positive
0 Recensioni negative
Negativo Punteggio
Geneforge 5: Overthrow ha ricevuto un totale di 1 recensioni, con 1 recensioni positive e 0 recensioni negative, ottenendo un punteggio complessivo di "Negativo".
Recensioni recenti di Steam
Questa sezione mostra le 10 recensioni più recenti di Steam per il gioco, evidenziando una varietà di esperienze e opinioni dei giocatori. Ogni recensione include il tempo totale di gioco, insieme al numero di valutazioni positive e negative, offrendo una chiara indicazione del feedback della community.
Tempo di gioco:
1242 minuti
Non ho giocato solo per venti ore. Ho finito il gioco la prima volta e poi l'ho rifatto solo per godermi un diverso finale. Conclusione EPICA di una splendida saga. Consigliatissimo
👍 : 0 |
😃 : 0
Positivo
Tempo di gioco:
3993 minuti
Ultimamente cerco di capire come viene gestita la difficoltà in un certo titolo e ritengo che questo sia un aspetto dai più molto trascurato.
A volte mi capita di leggere in giro commenti su quanto un certo titolo sia troppo facile o troppo difficile, ma quello che leggo non mi soddisfa. Tutti, secondo me, non vogliono affrontare la questione dal punto di vista più “analitico”.
Ora, non è che io ne sia in grado, ma mi piacerebbe vedere affrontata la questione in modo più sistematico.
Quando un titolo è troppo difficile? Lo è perché frustrante? Ma la frustrazione è la difficoltà o la difficoltà è un problema di fondo di calibrazione? O è mancanza o mediocrità di testing (se lo testa l’autore direi che non sta testando nulla)? Ci si aspetta che ogni titolo sia difficile? Un titolo molto story based è giusto che diventi troppo difficile?
Perché c’è gente che nei VG cerca solo la sfida, non accontentandosi di cercarla ma di valutare come perdenti tutte le altre proposte? A nome di chi o di quale teoria?
Perché a volte si considera giusta una difficoltà quando questa è palesemente mal calibrata (frustrante) e si ritiene più divertente ripetere troppe volte una fase affinché risulti divertente? A nome di quale teoria? Io non mi diverto così. Così come quando osservo boss con decimiliardi di HP. È divertente vedere la spugna in azione? Se ho capito come ucciderlo, perché ci devo stare mezz’ora?
Lo stesso vale per le cose troppo facili. Ricordo ad esempio Sensible Soccer, a volte confuso con le sue iterazioni World, spacciato per il miglior gioco di calcio su Amiga: a parte la mancanza di tante cose calcistiche (assenza di gioco sulle fasce e di cross, all’anima delle mancanze…), ricordo la delusione quando, dopo averlo acquistato originale, già la stessa sera vincevo tutte le partite con almeno 6 gol di scarto… soldi buttati nel cesso, altroché!
Tutto questo per dire che Steam dovrebbe ammettere anche un semaforo giallo per le valutazioni, colore che userei per questo titolo. Siccome non c’è, allora penso sia giusto dare a questo titolo solo la sufficienza facendogli pesare l’aspetto della difficoltà.
La difficoltà di questo titolo è senza senso e me ne sono accorto modificandola in real time (si può fare dal menu). Il problema è che iniziando a normale le cose diventano molto complicate abbastanza presto, a differenza dei precedenti titoli, più scorrevoli (ma attenzione, anche in quelli comunque questo aspetto rimane molto problematico). Il giocatore viene spesso portato in situazioni di stasi in cui ogni strada per proseguire sembra inaccessibile perché gli si vengono presentati contro degli scontri davvero tosti e fuori luogo rispetto al suo livello. Questo è sempre vero per le missioni secondarie o le esplorazioni a piacere, ma anche per seguire la campagna principale le cose si fanno spesso tremende. A un certo punto bisogna raggiungere un personaggio passando per una cripta, ma tra il dire e il mare si sovrappongono dei nemici, l’ultimo dei quali va affrontato con una tattica ben precisa, ma sempre al limite della sopportazione. Tutto normale, dirà un vero esaltato giocatore di ruolo.
No dico io, perché quello che dico avviene ANCHE affrontando la sfida a livello di difficoltà CASUAL. Il problema è proprio qui: perché chiamare in questo modo la difficoltà più facile quando rappresenta quella difficile in qualsiasi altro gioco ben progettato?
Durante tutto il gioco, qualunque sia il vostro grado di protezione, verrete SEMPRE avvelenati nei combattimenti finché non incontrerete quelli che fanno danno da gelo (o elettrico?) che vi sfonderanno gli HP con un solo colpo. Per poi affrontare nemici con doppi colpi (gli scontri sono a turni) e che spesso vi stunnano o confondono la mente (gli Unbound, zio parco).
Ripeto, non voglio accusare la difficoltà in sé, attenzione. Accuso esplicitamente la mancanza di calibrazione all’interno dello stesso livello di difficoltà o scalandolo: scala pessimamente e a livello casual i nemici sparsi saranno ciofeche, ma in alcuni punti troppo frustranti.
Peccato, alla fin fine, dopo tutto, arrivare alla epica battaglia finale uscendone vincitori porta una gran bella soddisfazione.
A questo si aggiungono fasi in cui vi è il respawn dei nemici, da affrontare con alleati e comunque correndo non soffermandosi per battagliare. Ma inizia, in questi casi, uno scambio di turni tra noi e il nemico semplicemente inguardabile (immaginate di dover aspettare una quindicina di turni prima che tocchi a voi, magari in una situazione invincibile, e bisogna aspettare il proprio turno per caricare un altro salvataggio).
Ed è un peccato, perché questi giochi sono piccoli gioielli, direi dei Baldur’s Gate dei poveri. Sì, sono come i BG, con la differenza che l’apparato grafico è molto vetusto e dominato da un riuso degli asset e degli effetti sonori esagerato (quello che vedrete nelle prime ore vedrete fino alla fine: tutti gli oggetti e l’aspetto delle locazioni sarà sempre lo stesso: cambierà solo la conformazione delle mappe).
La storia però è sempre ben raccontata, il livello di scrittura altissimo (la pazienza dell’autore a scrivere poemi per descrivere ogni NPC è da invidiare, anche se con il tempo, dopo tante ore, tanta prolissità inizia a stancare un po’).
Rimanere bloccati in questo gioco è anche una tortura perché in rete non si trova quasi nessuna informazione e l’unica guida presente è parziale e morta da anni. Ci sono video di walk su YT, ma talmente lunghi che trovare la propria posizione nel gioco diventa un secondo lavoro…
In giro si legge che è il più difficile di tutti. Io direi che è quello calibrato peggio di tutti e consiglierei di giocarlo a difficoltà casual: la sfida rimarrà eccome. Oltre significa farsi male non divertendosi (non scherzo, lo scrivono anche nei forum gente che è appassionata di questi titoli).
Spiderweb Software non è nuova in questo: ad esempio in Avadon una delle strade per arrivare a un finale è praticamente improponibile: che senso ha metterla come opzione se il giocatore non sa cosa lo attende? Anche in quel caso, se è voluto, è stato voluto male.
Lo consiglio? Dipende da chi siete: se siete amanti di questo genere e volete soffrire e impegnarvi tanto, anche in situazioni ingiuste (non sarà una passeggiata) allora sì. Ma dovete giocare anche i precedenti Geneforge (la storia è un continuo con personaggi che si ripresentato e tutto qui giunge alla conclusione).
Per tutti gli altri no, statene alla larga, non è cosa per voi.
6/10
👍 : 4 |
😃 : 0
Positivo