Tempo di gioco:
578 minuti
Scrivo questa recensione prima di leggerne altre per evitare condizionamenti.
Lorelai fu per me una delusione, ma credo sia stato un gioco influenzatissimo da una produzione travagliata e ad un certo punto frettolosa al punto da trascurare molto la scrittura. Forse, però, quello che mi dispiacque di più fu l'insoddisfacente risoluzione della storia con [spoiler] la Queen of Maggots ridotta a semplice marionetta, un personaggio piatto e senza la grandeur che avrebbe non solo meritato, ma che già si era costruita. Uno spreco enorme. [/spoiler]. Ciò mi diede l'impressione che Michalski non avesse un vero piano per il personaggio dall'inizio e che faticasse a trovare idee alla pari di quelle di The Cat Lady o Downfall, che era comunque un sequel/prequel atipico che si sfilava dal predecessore.
Burnhouse Lane è un gioco riuscito, ma più per mestiere che per idee. L'idea, di fatto, è "rifacciamo The Cat Lady". I due giochi sono estremamente simili e Burnhouse Lane mi è risultato quasi sempre piacevole da giocare mentre nello stesso tempo mostrava come Harvester Games abbia nuovamente faticato e persino rinunciato ad evolversi.
MODERATI SPOILER QUI SOTTO (niente di grosso)
Il tema principale è presentato come la malattia della protagonista Angie, una ragazza terminale che accetta un ultimo lavoro come infermiera. Nonostante i successivi richiami alla condizione della ragazza, il dramma è inefficace e viene trattato più superficialmente di quanto cerchi di dare a credere con nessuna riflessione che non sia abbastanza ovvia, soprattutto dopo aver già conosciuto Mitzi in TCL. Più precisamente, la qui presente Angie è un punto d'incontro tra la terminale Mitzi e Susan con le sue tendenze suicide e il suo carattere, con l'atteggiamento rassegnato e determinato, lo stesso modo di parlare flemmatico, lo stesso amore per i gatti, la capacità di suonare il piano... il deja-vu è poderoso ma questa "ibridazione" con Mitzi non porta niente di nuovo. Downfall funzionava perché i personaggi erano nuovi ma diversi, Lorelai non funzionava perché i personaggi erano nuovi ma inefficaci. Il cast di Burnhouse Lane non funziona perché non ha né personaggi nuovi (se non di nome, ma già visti per il resto) né personaggi scritti bene. Il più riuscito è George, ma anche là troviamo un vecchietto presentato con problemi di demenza che da un certo punto in avanti sembra non solo non soffrire più di demenza ma diventa pure scaltrissimo. Al quarto episodio della serie, mi sembra che ci sia difficoltà nello scrivere personaggi diversi.
Tuttavia, ho detto che il gioco è piacevole. Cosa mi/ci faceva tanto divertire in TCL? La lista degli obiettivi, quei criminali da prendere uno dopo l'altro. Ebbene, qui ritroviamo esattamente la stessa cosa. Susan aveva un potere speciale, Angie anche. Vi piaceva il gorefest di TCL? Qui lo trovate identico. Vi piacevano i momenti badass di TCL? Ce ne sono anche qui e sono fatti molto bene. Di sicuro non posso criticare la regia del gioco perché ci sono diverse sequenze veramente goderecce che meritano il prezzo del biglietto. È anche evidente come Harvester Games sia finalmente a suo agio con Unity e le sue potenzialità, senza problemi tecnici (almeno sulla mia macchina) e con lo sfruttamento di tutto quanto in più la tecnologia può offrire a questa struttura di gioco.
Anche qui, però, la direzione è un po' cambiata. Il gore è costante e mette sempre meno disagio e paura, soprattutto sembra diventare fine a sé stesso. Già da Lorelai il gioco stava sbilanciandosi più sulla dimensione soprannaturale che su quella pseudoreale. I villain "credibili" di TCL sono stavolta sostituiti da altri completamente sopra le righe ed inverosimili quando non completamente fantasy, e questo perché molta storia si svolge in questa Burnhouse Lane dove può accadere di tutto. Di tutto, ma non di meglio. TCL ci impressionava ed inquietava perché [spoiler] il mostro era un disabile completo che faticava come un dannato per seminare odio scrivendo con gli occhi, o perché il male era un medico in cui riponevamo fiducia.[/spoiler] Lo spessore dei nemici qui è quasi inesistente e Burnhouse Lane rimane un rollercoaster tra schizzi di sangue, smembramenti e... sparatorie.
Devo necessariamente spendere qualche parola sull'azione nel gioco. Ecco, la novità più grossa è forse l'inserimento di sequenze arcade in cui fondamentalmente accoppare dei nemici con armi da fuoco o un'ascia. Sono in generale a favore alla commistione di generi e più precisamente trovo sia opportuno inserire l'elemento di azione in un'avventura se è coerente con personaggi e sceneggiatura. Utilizzare un'arma per ammazzare un personaggio andrebbe bene, ma qui parliamo di vere e proprie sequenze arcade in cui schivare e ammazzare nemici e boss che richiedono anche una dozzina di colpi di proiettili o ascia per andare giù. Tra l'altro vengono inserite anche delle sequenze con degli zombie da abbattere (...) che non sono proprio l'emblema dell'originalità. Sono presenti anche sezioni platform quando controlliamo i gatti. La domanda è: tutto ciò come arricchisce il prodotto finale? In nessun modo, a mio avviso, perché la varietà portata dall'azione non è né originale e stimolante né particolarmente ben fatta.
Evito approfondimenti sui personaggi perché sarebbero troppo spoilerosi, ma voglio citare una cosa che mi sconforta tanto ogni volta che mi ci imbatto: il rallentamento prima del finale. Non dico che i finali debbano essere sempre in crescendo, ma se vuoi rallentare devi saper scrivere veramente ma veramente bene (mi vengono in mente i meravigliosi esempi di Mad Men e Halt and Catch Fire). In Burnhouse Lane ci sono diverse fasi filler, ma una col gatto a ridosso del finale, per giunta uno dei task meno riusciti in assoluto, ha veramente ucciso il ritmo.
E nonostante ciò, metto recensione positiva, perché i giochi brutti sono altri. Burnhouse Lane se la cava di mestiere "copiando" il capostipite, ma mi rimane la triste impressione che dopo due episodi la serie abbia esaurito quel che aveva da dire.
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